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venerdì 19 dicembre 2008

Monticone e Pezzotta su Fini e leggi razziali

Commento del Prof. Alberto Monticone

''Il Presidente Fini ha dimenticato che l'Italia del '38 viveva da molti anni sotto il bombardamento della propaganda del regime. La liberta' di pensiero era soppressa. Additare genericamente una Chiesa silente e' contrario alla verita': i cattolici conoscevano, nonostante la censura, quale fosse la posizione di Papa Pio XI nei confronti del nazismo, regime dal deciso carattere antisemita. Personalmente, consiglierei a tutti, anche a sinistra ,di rileggere di Zangrandi 'il lungo viaggio attraverso il fascismo''. Lo afferma in una dichiarazione lo storico cattolico Alberto Monticone, presidente di Italia popolare, a proposito delle polemiche aperte dall'intervento del presidente della Camera.

''L'intervento del Presidente Fini in merito alle leggi razziali in Italia, che appare non imparziale quanto al ruolo della Chiesa in quei giorni tristissimi della storia del Paese - prosegue -, ha un pregio. Per certo involontario! Quello di richiamare le nostre coscienze al dovere di denunciare la caduta dei valori di democrazia costituzionale nell'Italia odierna. Non vorremmo mai che fra qualche anno qualcuno ci accusasse di aver condiviso l'involuzione cesarista in atto nelle istituzioni e nei partiti''.

''Un punto vorrei segnalare per iniziare: il Presidente della Camera, in linea di principio, dichiara la volonta' assembleare e nient'altro. Credo doveroso - conclude Monticone - rilanciare la riflessione e l'azione d'impegno politico di rinnovamento originario della politica italiana, in discontinuita' con le correnti azioni di partito, esitanti nella difesa della Costituzione e quindi delle liberta' democratiche. Credo anche doveroso rafforzare e accelerare un impegno organizzato dei cattolici.


Commento dell'ON. Savino Pezzotta.

Cari amici, ci sono cose che non bisogna lasciare passare nel silenzio o , in virtù del politicamente corretto o conveniente , fare finta di non avere udito. Finita la stagione della contrapposizione ideologia non deve però terminare quella della memoria storica e del riferimento alle idealità.

Il presidente della Camera Gianfranco Fin, nella commemorazione dell’anniversario della promulgazione delle leggi razziali, - iniziativa giusta e meritevole- nel suo discorso ha fatto un passaggio inaccettabile facendo trasparire  l’idea di una Chiesa e di un popolo italiano acquiescente e muti di fronte alla legislazione antisemita.

La verità e la memoria storica ci dicono ben altre cose. Pio XI  intervenne  subito dopo la pubblicazione del “Manifesto della razza” per tre volte, al punto che il governo fascista (che non amava le opposizioni, come insegnano i casi di Matteotti, di Don Minzoni  e di altri antifascisti)  intrappolò la  stampa cattolica proibendo per decreto che prendesse posizioni contrarie.

Dopo la promulgazione delle leggi razziali, il Vaticano fece il possibile, con trattative tesissime, per mitigarne - invano - gli effetti. Come ha ricordato padre Sale, Pio XI fu l’unica autorità pubblica a intervenire contro la discriminazione degli ebrei, Fini ha fretta di chiudere certe pagine di storia, ma nel coinvolgere sentire la Chiesa e la società italiana sembra quasi attenuare le responsabilità di una dittatura che certo non permetteva dissensi . Sentire certe affermazioni da un esponente politico che ha militato in un partito che per anni ha fatto riferimento a radici innestate nel Ventennio e alla Rsi, lascia molto perplessi.  Le leggi razziali non le hanno promulgate la Chiesa o la società italiana, ma il governo Fascista con la Firma del Re . . Il presidente della Camera, vista la sua figura istituzionale, doveva essere più prudente e attento alla verità della storia.  


1 commento:

Giuseppe Sbardella ha detto...

E' veramente triste non aver ricevuto alcun commento su questo post....