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domenica 30 maggio 2010

Buona settimana (uomini come i pesci rossi?)

Cari amici,

stamattina ho notato nel giardino di una villa un’ampia vasca piena di pesci rossi e ho fatto un pensiero che mi è gradito condividere con voi.

Chissà se quei pesci rossi che nuotavano nella vasca avevano una qualsivoglia anche appena abbozzata comprensione di quella persona che li guardava fuori dell’acqua.

Molto probabilmente (sempre presupponendo che i pesci abbiano un minimo di comprensione dell’esterno) no; per essi l’unico elemento vitale è l’acqua, o vedevano un essere strano immerso in un tipo diverso di acqua o non mi vedevano affatto.

Noi esseri umani siamo in una dimensione (sia spirituale che materiale) diversa da quella dei pesci; esistiamo ma siamo fuori della loro portata intellettiva.

Come siamo superbi allora noi quando vogliamo non solo immaginare e magari anche capire Dio, e quanto stupidi siamo quando ci irritiamo perché non agisce secondo le nostre aspettative!

Noi siamo come i pesci rispetto all’uomo, solo che abbiamo avuto la fortuna di avere un Dio amore che si è rivelato a noi.

Mi viene in mente quel passo della Parola: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie opere non sono le vostre opere”.

Commenti?

Buona settimana

venerdì 28 maggio 2010

Quale etica?

"L'etica in un mondo di consumatori" di Z. Bauman, libro intrigante, stimolante, ma anche sotto certi aspetti, terrorizzante. Ne suggerisco la lettura.
http://www.ibs.it/code/9788842086925/bauman-zygmunt/etica-mondo-consumatori.html

martedì 25 maggio 2010

Anche la croce soggetta ai sondaggi?

Con un annuncio che ha lasciato sconcertati, il leader dell’UdC Casini ha proposto di cancellare lo scudocrociato dal simbolo del nuovo soggetto politico di centro, il cosiddetto Partito della Nazione che, peraltro, dovrebbe rimanere un partito di ispirazione cristiana (anche se un po’ attenuata....).

Nessun esponente politico che si rispetta avrebbe l’ardire di avanzare una proposta come questa (che veramente appare come una reale soluzione di discontinuità rispetto al passato), senza essere certo che la maggioranza della base del suo partito la approverebbe e che, anzi, questa decisione gli permetterebbe di acquisire simpatie aggiuntive.

Sicuramente Casini è in possesso di sondaggi riservati che sosterrebbero la sua posizione. Ormai, e in questo ha ragione il Presidente della Camera Fini, le scelte politiche si basano sui sondaggi, non sui valori né tantomeno sugli effetti a medio-lungo termine delle scelte medesime.

Eppure ci sarebbe un buon precedente per evitare di decidere anche una questione come questa in base ai sondaggi.

Circa 2000 anni fa un presunto Re dei Giudei fu messo in croce, sulla base di una decisione assembleare e pressoché unanime del popolo di Gerusalemme, in quanto aveva osato dichiararsi Figlio di Dio.

Una volta morto in croce sul Golgota, dopo essere stato soggetto ai lazzi e agli scherni dei più, se si fosse fatto un “sondaggio” sulla possibilità di una continuazione del suo messaggio e della comunità dei suoi seguaci, quante sarebbero state le opinioni favorevoli? Sicuramente poche se non nessuna. Eppure la Fede in quella Persona dura ancora oggi dopo 2000 e più anni e ha dominato (e dominerà) la storia del mondo!

Si può capire la proposta di Casini di dare un “taglio” con ogni collegamento, anche di immagine, con la Democrazia Cristiana, partito che ha governato l’Italia per molta parte dell’ultima metà dello scorso secolo, ma la cui esperienza è forse irripetibile nell’attuale epoca, in presenza di contesti culturali e socio-economici radicalmente diversi. Veramente lo scudocrociato potrebbe andare in pensione ed essere ricordato per i meriti (e alcune ombre) nei confronti della Nazione.

Ma è giusto che la croce come simbolo culturale vada in pensione? Questo è il punto nodale.

Essa oltre ad essere il segno riconoscitivo dei Cristiani, rappresenta di sicuro una valenza significativa per tutti gli uomini di volontà.

Dal gesto di Cristo che sale e muore in Croce, con un atto di donazione, libera, infinita e incommensurabile, per riconciliare l’umanità con Dio e farle la sua pienezza di essenza, discende anche una ben chiara etica ed una condivisibile cultura.

In primo luogo la scelta della croce si configura come una scelta di libertà, libertà da tutti i poteri e i condizionamenti esterni, sempre possibili e esistenti, che cercano di distrarci da ciò che abbiamo scelto come vero, bello e buono.

Ma ancora la croce evidenzia il primato dato al bene di molti (nel caso di Cristo di tutti) rispetto al benessere individuale; è una decisione che può non pagare a breve ma che si rivela vincente per se stessi e per la comunità nel medio-lungo periodo.

La croce si coniuga perfettamente con il senso di responsabilità, con la capacità cioè di tener fede, con coerenza e con tenacia, agli impegni liberamente assunti.

E infine la croce dimostra come il successo, la realizzazione dei propri obiettivi, passa attraverso una fase di fatica, di impegno profondo, di salita controcorrente, chiamata con una parola fuori moda “sacrificio”, una fase transitoria ma necessaria che forgia la persona e la lancia verso la piena realizzazione.

La croce è questo per tutti gli uomini di buona volontà, e forse anche altro..

Ma non è di questa etica, di questa cultura, fondata su libertà, bene comune, responsabilità, sacrificio, ciò di cui l’Italia, e anche l’Europa oggi hanno proprio bisogno?.

Abbiamo di fronte a noi una etica e una cultura che propugnano:

1. la libertà come possibilità di inseguire ad ogni costo il nostro piacere materiale;

2. il benessere (o meglio, il tornaconto) individuale come metro prevalente di giudizio sul nostro comportamento;

3. l’ubbidienza immediata agli stimoli emotivi come strada da seguire indipendentemente dalle conseguenze e dagli effetti delle decisioni emotivamente assunte;

4. la fuga dal sacrificio e la ricerca del guadagno e del successo senza fatica come via per inseguire alcuni modelli umanamente squallidi (veline, tronisti, alcuni uomini di sport...) ma venduti alle nostra parte emotiva come “storie di successo”.

L’etica e la cultura oggi dominante sono frutto di questi elementi e continuano ad essere seguiti, anche se la crisi morale e soprattutto quella economica (figlia della prima) sono devastanti e sotto gli occhi di tutti quello che ancora vogliono pensare e vedere.

E allora lasciamo pure andare in pensione lo storico scudocrociato, ma teniamoci ben stretta l’immagine della croce, magari come parte di un simbolo più ampio e dal molteplice significato. La cultura, l’etica e il modo di far politica, sottesi alla croce, possono essere ora perdenti, ma sicuramente non lo saranno nel medio-lungo periodo.

sabato 22 maggio 2010

Un aiuto per leggere la Caritas in veritate

L’enciclica Caritas in veritate è un documento da leggere, un testo di indubbio spessore e che aiuta meglio a comprendere i problemi che, nell’epoca attuale, deve affrontare l’umanità.

Al fine di aiutare gli amici a leggera, ho pubblicato sulla home page del sito di Persona è futuro (http://www.personaefuturo.it), uno schema predisposto dal caro amico diacono Giuseppe Colona, che viene da lui efficacemente utilizzato per la diffusione dell’enciclica in diversi ambienti.

Buona lettura e buona settimana!

domenica 16 maggio 2010

Mondo di oggi e di domani

Quando si superano i 50 anni, si tende ad avvertire una certa distanza verso i modi di vedere e di vivere, gli schemi mentali di riferimento, la maniera di comunicare dei giovani. Al superamento del 60 anni tale distanza può diventare separazione e persino condanna.

E allora si deve intervenire!!

Consapevoli che il mondo di domani non potrà essere uguale a quello di ieri ma neppure a quello di oggi, occorre fare una opera profonda (e, credetemi dolorosa) di discernimento e di purificazione della propria mentalità, saper abbandonare (ed è dura) valori ai quali eravamo molto affezionati ma che si rilevano secondari, relativi e transeunti, e concentrarsi su quelli, pochi, che sono frutto di una maturazione sociale condivisa verso una società a misura di uomo.

Fra gli altri, ad esempio, penso al rispetto di ogni persona umana, al senso della fraternità universale, all’impegno per il bene comune.

E ancora occorre avere tanta fiducia, nei giovani che vivranno il mondo di domani, e in Gesù Cristo che è sempre, seppure in maniera spesso nascosta e inaccessibile, il nostro Signore e il Signore della storia.

Commenti?, ne parliamo su questo blog

Buona settimana

sabato 15 maggio 2010

Comunicato Comitato Nazionale Rosa per l'Italia

Il Comitato nazionale de “La Rosa per l’Italia” riunito oggi a Roma ha diffuso il seguente comunicato.

Fin dalle ultime elezioni politiche, “La Rosa per l’Italia” ha indicato nella creazione di un nuovo soggetto politico laico e solidarista, a matrice sturziana e aperto a componenti liberali e riformiste la strada maestra per andare oltre il fallimento del tentato bipartitismo italiano.

In questi anni ha incoraggiato l’on Savino Pezzotta a perseguire questo obiettivo ed a condividerlo con l’UDC guidata da Pier Ferdinando Casini, i Circoli Liberal di Francesco Adornato, i Popolari di De Mita, l’Unione Popolare Cristiana dell’on. Antonio Satta attraverso la Costituente di Centro.

Oggi, il Comitato nazionale de “La Rosa per l’Italia” guarda con attenzione alla proposta, germinata nel comitato di coordinamento della Costituente di Centro a seguito di una riflessione e valutazione sui risultati delle ultime elezioni regionali alle quali “La Rosa per l’Italia” ha dato un significativo apporto, di aprire una nuova fase e che possa portare entro l’anno alla costruzione di un nuovo partito che segni un oltre la destra e la sinistra. Si tratta anche di superare con chiarezza le contraddizioni che si sono manifestate nella fase stessa della Costituente, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei processi e delle relazioni a livello territoriale.

Ritiene che tale partito dovrà avere come fondamenti la difesa dell’unità e della coesione nazionale, la valorizzazione delle autonomie locali, dei corpi intermedi , la promozione del lavoro e dell’intraprendere per garantire sviluppo e stabilità, della famiglia come istituzione centrale per una società ben ordinata, dell’istruzione e formazione per garantire un futuro alle nuove generazioni, l’attivazione delle persone anziane, la parità dei diritti e dei doveri tra uomini e donne, la tutela dei beni comuni sia materiali che immateriali e culturali, teso al contrasto della povertà e alla valorizzazione di tutte le persone e delle loro diverse abilità.

“La Rosa per l’Italia” punta a un nuovo partito basato sui principi di libertà, moralità, responsabilità, solidarietà e sussidiarietà propri della carta Costituzionale a base personalista e a forte vocazione europea, attento ai processi in atto a livello internazionale e della pace e dello sviluppo umano di tutti i popoli.

Dovrà essere un soggetto politico :

Ø aperto, democratico e popolare; con un ampia e profonda gestione collegiale a tutti i livelli, condizione anche per dare il segno della novità del progetto;

Ø lontano dalle involuzioni populiste ed oligarchiche che negli ultimi lustri hanno sempre più privato gli elettori della possibilità di partecipare direttamente a scegliere i propri rappresentati al Parlamento;

Ø aperto a tutti coloro che hanno passione civile, tensione sociale, spirito di servizio e della legalità;

Ø capace di selezionare una nuova classe dirigente sulla base di valori e di comportamenti;

Ø aperto soprattutto alla realtà giovanile e femminile, creando le condizioni perché possano essere protagonisti del loro futuro;

Ø attento e interprete alla nuova dimensione multiculturale che l’immigrazione ha prodotto nel nostro Paese;

A questo fine seguirà con attenzione i lavori e valuterà con rigore i risultati e le decisioni che scaturiranno dal prossimo seminario promosso da “Liberal”a Todi, dal quale si aspetta la conferma della linea politica di autonomia dai due Poli di destra e sinistra in fase di disarticolazione, e dopo il quale chiede siano definite da parte del Comitato nazionale della Costituente di Centro le regole di adesione e di organizzazione del nuovo partito, da realizzare entro l’anno con nuovi nome e simbolo.

Il Comitato Nazionale de “La Rosa per l’Italia” giudica grave la situazione economica soprattutto sul piano occupazionale, dei redditi famigliari e dei conti pubblici. Auspica pertanto l’avvio di una stagione di riforme e di responsabilità nazionale che coinvolga tutte le forze politiche e sociali, pur nella distinzione delle loro collocazioni e dei loro ruoli.

Ritiene che in questa fase in cui gli italiani sono costretti ai sacrifici, di fronte ad episodi di corruzione o concussione che stanno emergendo sia opportuno che, come ha fatto il nuovo Governo Inglese, si proceda ad una riduzione delle indennità dei componenti del Governo, del Parlamento, delle Giunte Regionali, dei consiglieri regionali, provinciali, comunali e di tutti coloro che sono chiamati a svolgere funzioni dirigenziali in società a prevalenza di capitale pubblico.

Il Comitato nazionale de “La Rosa per l’Italia”

Roma, 14 maggio 2010

lunedì 10 maggio 2010

Governo di salute pubblica?

Le ultime esternazioni del leader dell’UdC Pierferdinando Casini meritano alcuni commenti perché contengono elementi di una inaudita gravità.

Cosa ha detto di così grave il buon Casini, notoriamente politico accorto e avveduto?

In pratica ha dichiarato inevitabile un Governo di salute pubblica, di unità nazionale, in quanto solo un tale tipo di Governo sarebbe in grado, a suo parere, di fare le riforme necessarie per il rilancio dell’Italia quali, ha citato espressamente, la riforma delle pensioni, le liberalizzazioni e una ristrutturazione stabile della spesa pubblica.

Per quale motivo normali maggioranze di Governo (le chiama “pro tempore” ma tutte le maggioranze sono “pro tempore”...) non potrebbero affrontare questi problemi?

Perché, e qui è la parte grave delle considerazioni del buon Casini, “perderebbero voti”.

Cercando di analizzare più a fondo le sue preoccupazioni sembrano emergere due convinzioni alternative (o, nel peggiore del casi, cumulative).

In primo luogo il leader dell’UdC sembra ritenere che l’attuale classe politica italiana sia talmente legata al breve periodo, talmente connessa al piccolo cabotaggio elettorale e priva di un disegno politico di lunga portata e di senso di servizio al bene comune, da ritenere impossibile spiegare alla società civile la necessità di scelte impopolari e di sacrifici a breve termine per essere poi in grado di conseguire benefici e uno stabile processo di sviluppo a medio-lungo termine.

Sembra un drastico giudizio negativo sulla credibilità morale di questa classe politica di cui anche lui fa parte. E purtroppo appare un giudizio largamente condivisibile.

Una seconda conseguenza (alternativa alla prima o cumulativa rispetto alla stessa) delle considerazioni di Casini è la sua implicita valutazione di una società civile incapace di rendersi conto della insostenibilità di una situazione economica basata su uno stile di vita incompatibile con i dati reali dell’economia e pronta a punire elettoralmente i partiti e i singoli politici che osassero richiamare questa insostenibilità e proporre vie alternative (contemplanti anche sacrifici) per risanare la situazione. Anche su questa valutazione la condivisione più essere (purtroppo!) ampia.

Qualunque sia o siano i motivi che Casini pone alla base della sua analisi (inettitudine della classe politica e/o immaturità della società civile) ne emerge un dato di fatto di una portata devastante: l’impossibilità, allo stato attuale, di un regolare funzionamento della democrazia in Italia.

Quando si valuta che nessuna maggioranza sia in grado di portare avanti una politica giusta perché sarebbe punita elettoralmente, se ne deduce inevitabilmente che solo una soluzione straordinaria (ai limiti della compatibilità con una democrazia parlamentare di tipo partitico) quale un Governo di salute pubblica può dare risposte efficaci alla crisi.

Casini sembra dire: se tutti i partiti si mettono d’accordo nel sostenere un Governo di emergenza, nel quale tutti siano rappresentati, nessun partito potrà essere premiato o punito elettoralmente in quanto tutti sarebbero solidali nelle scelte.

Ma sarebbe questa una reale democrazia parlamentare, laddove le elezioni servono per giudicare l’operato di un Governo e delle sue opposizioni, o questo non è solo un modo furbo per salvare una classe politica?

Ma è proprio vero che non ci sono alternative?

O forse non è invece vero che politici diversi, provenienti magari proprio dalla società civile, dotati di credibilità dovuta ai buoni frutti visibili del proprio loro lavoro e dediti al bene comune, sarebbero in grado, proprio in funzione della loro capacità di ispirare fiducia, di presentare proposte efficaci, magari anche impopolari, ma accettabili perché formulate da persone serie e credibili.

Come non ricordare il primo Romano Prodi della seconda metà degli anni ’90 del secolo scoso (percepito allora come persona al di fuori della “cricca” politica) che persuase gli Italiani a sopportare pesanti sacrifici pur di raggiungere l’obiettivo dell’ingresso nell’Euro?

Allora forse non è tanto necessario un Governo di salute pubblica, quanto un passo indietro da parte dei componenti della “casta” politica per far posto ad una nuova classe dirigente proveniente dalla società civile.

sabato 8 maggio 2010

Buona settimana (i miei difetti...)

Carissimi,

trovo giovamento ogni volta che seguo il consiglio contenuto in una frase che lessi da qualche parte a suo tempo: “Se vuoi scoprire i tuoi difetti, nota ciò che maggiormente ti irrita negli altri”

Che ne dite? Aspetto vostri commenti.

Buona settimana

sabato 1 maggio 2010

Il nostro meglio che diventa il nostro ottimo...

Carissimi,

c’è un pensiero del caro amico gesuita e biblista Padre Ugo Vanni che mi colpisce sempre in profondità: “L’amore cristiano non è un amore dilettantistico, ma professionistico, occorre capire in profondità e fare il vero bene dell’altro, dargli il nostro meglio. E il nostro meglio, quando donato diventa il nostro ottimo”.

Mi viene in mente quando in azienda si chiede ai dipendenti di essere “professionals”, forse Qualcuno più in alto dei nostri dirigenti aziendali ci chiede di essere “professionals” dell’amore.

Buona settimana.