Le ultime esternazioni del leader dell’UdC Pierferdinando Casini meritano alcuni commenti perché contengono elementi di una inaudita gravità.
Cosa ha detto di così grave il buon Casini, notoriamente politico accorto e avveduto?
In pratica ha dichiarato inevitabile un Governo di salute pubblica, di unità nazionale, in quanto solo un tale tipo di Governo sarebbe in grado, a suo parere, di fare le riforme necessarie per il rilancio dell’Italia quali, ha citato espressamente, la riforma delle pensioni, le liberalizzazioni e una ristrutturazione stabile della spesa pubblica.
Per quale motivo normali maggioranze di Governo (le chiama “pro tempore” ma tutte le maggioranze sono “pro tempore”...) non potrebbero affrontare questi problemi?
Perché, e qui è la parte grave delle considerazioni del buon Casini, “perderebbero voti”.
Cercando di analizzare più a fondo le sue preoccupazioni sembrano emergere due convinzioni alternative (o, nel peggiore del casi, cumulative).
In primo luogo il leader dell’UdC sembra ritenere che l’attuale classe politica italiana sia talmente legata al breve periodo, talmente connessa al piccolo cabotaggio elettorale e priva di un disegno politico di lunga portata e di senso di servizio al bene comune, da ritenere impossibile spiegare alla società civile la necessità di scelte impopolari e di sacrifici a breve termine per essere poi in grado di conseguire benefici e uno stabile processo di sviluppo a medio-lungo termine.
Sembra un drastico giudizio negativo sulla credibilità morale di questa classe politica di cui anche lui fa parte. E purtroppo appare un giudizio largamente condivisibile.
Una seconda conseguenza (alternativa alla prima o cumulativa rispetto alla stessa) delle considerazioni di Casini è la sua implicita valutazione di una società civile incapace di rendersi conto della insostenibilità di una situazione economica basata su uno stile di vita incompatibile con i dati reali dell’economia e pronta a punire elettoralmente i partiti e i singoli politici che osassero richiamare questa insostenibilità e proporre vie alternative (contemplanti anche sacrifici) per risanare la situazione. Anche su questa valutazione la condivisione più essere (purtroppo!) ampia.
Qualunque sia o siano i motivi che Casini pone alla base della sua analisi (inettitudine della classe politica e/o immaturità della società civile) ne emerge un dato di fatto di una portata devastante: l’impossibilità, allo stato attuale, di un regolare funzionamento della democrazia in Italia.
Quando si valuta che nessuna maggioranza sia in grado di portare avanti una politica giusta perché sarebbe punita elettoralmente, se ne deduce inevitabilmente che solo una soluzione straordinaria (ai limiti della compatibilità con una democrazia parlamentare di tipo partitico) quale un Governo di salute pubblica può dare risposte efficaci alla crisi.
Casini sembra dire: se tutti i partiti si mettono d’accordo nel sostenere un Governo di emergenza, nel quale tutti siano rappresentati, nessun partito potrà essere premiato o punito elettoralmente in quanto tutti sarebbero solidali nelle scelte.
Ma sarebbe questa una reale democrazia parlamentare, laddove le elezioni servono per giudicare l’operato di un Governo e delle sue opposizioni, o questo non è solo un modo furbo per salvare una classe politica?
Ma è proprio vero che non ci sono alternative?
O forse non è invece vero che politici diversi, provenienti magari proprio dalla società civile, dotati di credibilità dovuta ai buoni frutti visibili del proprio loro lavoro e dediti al bene comune, sarebbero in grado, proprio in funzione della loro capacità di ispirare fiducia, di presentare proposte efficaci, magari anche impopolari, ma accettabili perché formulate da persone serie e credibili.
Come non ricordare il primo Romano Prodi della seconda metà degli anni ’90 del secolo scoso (percepito allora come persona al di fuori della “cricca” politica) che persuase gli Italiani a sopportare pesanti sacrifici pur di raggiungere l’obiettivo dell’ingresso nell’Euro?
Allora forse non è tanto necessario un Governo di salute pubblica, quanto un passo indietro da parte dei componenti della “casta” politica per far posto ad una nuova classe dirigente proveniente dalla società civile.
1 commento:
Bella e interessante proposta che condivido pienamente ma che risulta del tutto impraticabile a motivo dell'ostilità (che si deve dare purtroppo per scontata)della casta.
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