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giovedì 26 marzo 2009

la Croce simbolo di libertà

Quanto tempo ci ho messo per cominciare a capire la Croce? forse perché mi è stata sempre rappresentata come abbraccio amoroso del dolore, sacrificio, annientamento di sé, umiltà.

Si, è anche questo, ma ho scoperto ora che principalmente è un simbolo di libertà, il massimo simbolo di essa.

La libertà è, dal punto di vista negativo, assenza e abbandono dei vincoli esterni alla propria coscienza, dal punto di vista positivo, capacità di operare il bene assumendosi le proprie responsabilità verso se stesso, verso gli altri, verso la natura.

Gesù Cristo (per alcuni solo un grande uomo, per altri, come me, il Figlio di Dio), ha LIBERAMENTE, con una decisione dura, determinata, sofferta, consapevole, scelto di abbandonare tutto le sue certezze (amicizie, famiglia, anche, per chi crede, il suo Padre divino) per donare la sua vita per le persone che amava (tutti gli uomini del mondo).

Poteva rifiutare, poteva portare a termine la sua missione in modi diversi, è invece ha esercitato la sua “libertà” morendo della morte più ignominiosa allora conosciuta.

Gesù sulla Croce è pienamente “libero”, non ha più legami con la terra e con il cielo (l’abbandono del Padre), esprime positivamente questa sua libertà per il bene di tutti.

Si, la Croce, come simbolo di massima libertà, può essere oggetto di rispetto da parte di credenti e di non credenti.

Ma non finisce qui.... riprenderemo il discorso la prossima settimana

Buona settimana,

venerdì 20 marzo 2009

Buona settimana (proprio tutto male dalla crisi economica?)

Da una ricerca sociologica pubblicata sul Corriere della sera in merito allo stile di scrittura sulla posta elettronica (principalmente emails) e sui cellulari (SMS) emerge che si sta lasciando lo spontaneismo e il sincopismo (abbreviazioni, eliminazione di maiuscole e punteggiatura ecc.) per tornare ad uno stile, ugualmente semplice ma più composto e rispettoso delle regole grammaticali e ... logiche!!

Secondo i ricercatori questa variazione di tendenza deriva dalla pressione psicologica della crisi finanziaria ed economica che spinge tutti ad un comportamento più lineare, rispettoso di regole e rivolto ad una comunicazione efficace.

Chissà che non sia un sintomo di un ritorno anche alla capacità di tralasciare ragionamenti a base di slogan pubblicitari e di spot elettorali e re iniziare ad appropriarsi della libertà di usare la propria testa?

Buona settimana a tutti  

sabato 14 marzo 2009

Buona settimana (ma abbiamo la Speranza?...)

Carissimi

Mi ha sempre colpito una frase di uno dei miei autori preferiti, Teillhatd de Chardin: “Il mondo sarà di chi saprà dargli la più grande speranza”.

Ma siamo noi credenti talmente pieni di Speranza da poterla donare al mondo?

Buona settimana


venerdì 6 marzo 2009

Due forni o due clienti?

Teoria dei due forni o dei due clienti?

Agli inizi degli anni ’80 fu, se non erro, Giulio Andreotti a formalizzare la teoria dei due forni, ipotizzando che il partito della DC (Democrazia Cristiana) dovesse restare al Centro e allearsi con lo schieramento di destra o di sinistra in funzione della maggiore omogeneità programmatica.

Il “divo” Giulio, per spiegare bene il concetto, fece l’esempio di una casalinga che avendo due forni a disposizione, sceglie il forno che le vende il pane migliore e a più buon mercato.

La teoria fece scalpore, venne ferocemente criticata, ma è rimasta famosa fino ad oggi.

La critica più puntuale verteva sul fatto che un partito il quale agisse in questo modo fosse orientato, nel suo agire politico, principalmente da una cinica logica di potere e non da un progetto politico o, come si dice oggi, da una vision strategica.

Tale critica appare condivisibile nella misura in cui il partito di Centro sia effettivamente privo di un solido progetto culturale e di una conseguente strategia politica.

Nel momento in cui avvenisse il contrario e il partito di Centro, anche se a seguito di un lungo, fatico e talvolta contraddittorio, fosse in possesso dei due requisiti di cui sopra, la politica dei due forni potrebbe anche manifestare dei risvolti interessanti e inattesi.

Nella situazione attuale, alla presenza di due schieramenti di sinistra e di destra, privi in larga parte di un pensiero forte e schiavi di quello che Benedetto XVI chiama il relativismo etico, un soggetto politico di Centro, in possesso di un pensiero politico forte basato sul personalismo comunitario e il neo-popolarismo, di una concezione economica adeguata come l’economia sociale di mercato, di un serio progetto di società e di un conseguente programma politico operativo, potrebbe avere ampi margini di manovra.

Potrebbe infatti, approfittando della sua posizione strategica, diventare esso stesso il “forno” e offrire il suo buon pane (il programma politico operativo, derivante dal pensiero culturale e dal progetto sociale) a entrambi i clienti, vendendolo poi a chi offre di più in quanto accetta una larga parte del suo programma politico.

La teoria dei due forni diventa quella dei due clienti. Rispetto al cinismo della prima, la seconda mette meglio in evidenza la posizione centrale e preminente che assume la possibilità di perseguire i propri obiettivi politici e sociali.

In presenza della attuale forte maggioranza parlamentare questa ipotesi potrebbe risultare scarsamente praticabile ma, in una situazione di probabile (purtroppo) peggioramento della crisi economica, i due attuali schieramenti si troveranno ben presto nella situazione di non poter dare risposte adeguate (in quanto dominati dal pragmatismo e privi di un forte elaborazione culturale).

Allora l’ipotesi del forno con due clienti potrebbe realizzarsi.

Cari saluti 

 

    

mercoledì 4 marzo 2009

Un libro da non perdere

Carissimi amici, vorrei segnalarvi un libro che ho appena finito di leggere e che non è apparso sui giornali nonostante l'importanza dell'autore,   Luciano Gallino, docente emerito di Sociologia alla Università di Torino (autore, fra l'altro, di un noto Dizionario di Sociologia).

Vi chiederete il motivo per cui non è stato recensito sui giornali. Basta che vi dica il titolo:
"Il lavoro non è una merce - contro la flessibilità" Editori Laterza.

Allora, avete capito il motivo? bravi, allora correte a leggerlo

Il prezzo è allettante € 6,90.

Cari saluti
 

domenica 1 marzo 2009

Altro che taccagneria!!

La cultura moderna tende a sottovalutare , talvolta anche ad irridere, la sobrietà tendendo a trasmettere un messaggio secondo cui sia la caratteristica delle persone con modesti obiettivi personali,  se non una buona scusa per giustificare la taccagneria.

La sobrietà invece, nel suo esatto significato, è la capacità di orientare la propria vita, tenendo conto delle risorse disponibili, sulla base di una scala di priorità di consumi coerente con i propri valori personali.

E’ una virtù difficile, che costringe ad avere coraggio, forza, determinazione, pazienza di fronte ai tentativi della cultura, dei media e della pubblicità, di dettarci i comportamenti personali e di consumi.

Altro che la giustificazione dei taccagni, è la virtù dei forti del XXI secolo! E senza una sobrietà vissuta comunitariamente, sarà ben difficile uscire in maniera duratura dall’attuale situazione economica.

Che ne pensate? Ditelo sul blog http://giuseppesbardella.blogspot.com

Buona settimana