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sabato 26 settembre 2009

Gioco al lotto o finanza speculativa?

A Pittsburg i Grandi del mondo hanno riaffermato la loro intenzione di porre serie regole all’espandersi della finanza speculativa.

Non penso di scandalizzare gli esperti se sostengo (semplificando, ma è necessario) che mentre il compito di una sana finanza è quello di essere un mezzo per convogliare i soldi dei risparmiatori verso il finanziamento delle imprese (e si tratta di un fine eticamente accettabile), l’essenza della speculazione sia quello essenzialmente di “fare soldi” giocando in Borsa, senza rispettare il necessario collegamento fra lavoro e guadagno.

Tale scissione fra questi due aspetti, la rincorsa virtuale (non sostenuta dall’economia reale che si basa sul lavoro di tutti) al sempre maggior guadagno è alla base di quella “bolla” speculativa che ha originato la grave e dolorosa (per chi rimane senza lavoro) crisi attuale.

Bene dunque stanno facendo i Grandi a esprimere la loro volontà di mettere sotto controllo la finanza speculativa.

Ma sono credibili?

Quando i Governi, come il nostro (ma anche le altre Nazioni fanno lo stesso...), prendono soldi dalle tasche dei cittadini con i vari giochi collegati al Lotto (quanti ce ne sono...?), quando adesso inventa un gioco che permette a chi indovina dei numeri di percepire 4.000 euro netti al mese, quando permette che la RAI regali milioni a chi indovina pacchi o risponde a domande insulse e elementari, non stanno forse spingendo i cittadini verso una forma di finanza speculativa?

Occorre, con il nostro esempio, anche con le nostre proteste, richiedere il ripristino del collegamento fra guadagno e lavoro. Il resto sono “chiacchiere”.

Buona settimana

martedì 22 settembre 2009

Una bella notizia

Tanti auguri al mio amico Claudio Cafasso il cui Blog Vigna Clara ha vinto il Premio Baiocco assegnato dal XX Municipio.

Bravo Claudio

sabato 19 settembre 2009

Ogni tanto....

Ogni tanto ci vuole una iniezione positiva dall'esterno.
Ieri al Convegno sul Personalismo, organizzato dal Laboratorio Persona è futuro (http://www.personaefuturo.it) hanno partecipato più di 150 persone, fra cui molti giovani...
Bisogna ancora avere speranza nel futuro.
Dando un pensiero forte e testimoni credibili, le persone rispondono.

domenica 13 settembre 2009

Come produrre il nostro guadagno?

Leggiamo ancora Benedetto XVI (Enciclica Caritas in veritate, paragrafo 21) e poniamoci delle domande.

“. Il profitto è utile se, in quanto mezzo, è orientato ad un fine che gli fornisca un senso tanto sul come produrlo quanto sul come utilizzarlo. L'esclusivo obiettivo del profitto, se mal prodotto e senza il bene comune come fine ultimo, rischia di distruggere ricchezza e creare povertà”.

Poniamo un po’ la nostra attenzione sul come produciamo il nostro profitto (o il nostro guadagno).

Noi datori di lavoro e managers rispettiamo i nostri dipendenti e la loro dignità di persone? e concediamo loro i tempi previsti per una serena cura delle loro famiglie e dei loro interessi?

Noi lavoratori rispettiamo gli obblighi di lavoro? vediamo i nostri colleghi come amici e non come avversari con i quali competere per ottenere un stipendio più alto del loro (magari utilizzando comportamenti non troppo lineari)? vendiamo agli utenti e ai clienti i servizi o i beni dell’azienda pensando solo a vendere o tenendo nella giusta considerazione i loro interessi ad un prodotto o a un servizio adeguato?

Noi pensionati sappiamo rinunciare (qualora inutile) ad un lavoro (magari in nero) retribuito, togliendo occupazione ai più giovani?

Noi professionisti sappiamo pensare solo agli interessi dei nostri clienti e non anche al modo di guadagnare di più rispetto a quello che sarebbe giusto?

E così via...

Ne parliamo sul blog http://giuseppesbardella.blogspot.com

Buona settimana

domenica 6 settembre 2009

Buona settimana (carità e intelligenza...)

Talvolta la semplicità e l’umiltà, fondamenti della carità e dello spirito di servizio, vengono confusi, da credenti e non credenti, con l’irrilevanza della studio e dell’uso dell’intelligenza.

Dal capitolo 30 dell’enciclica Caritas in Veritate traiamo il seguente brano:

....« ogni azione sociale implica una dottrina » (74). Considerata la complessità dei problemi, è ovvio che le varie discipline debbano collaborare mediante una interdisciplinarità ordinata. LA CARITA’ NON ESCUDE IL SAPERE, ANZI LO RICHIEDE, lo promuove e lo anima dall'interno. Il sapere non è mai solo opera dell'intelligenza. Può certamente essere ridotto a calcolo e ad esperimento, ma se vuole essere sapienza capace di orientare l'uomo alla luce dei principi primi e dei suoi fini ultimi, deve essere “condito” con il « sale » della carità. IL FARE E’ CIECO SENZA IL SAPERE E IL SAPERE E’ STERILE SENZA L’AMORE. Infatti, « colui che è animato da una vera carità è ingegnoso nello scoprire le cause della miseria, nel trovare i mezzi per combatterla, nel vincerla risolutamente » (75). Nei confronti dei fenomeni che abbiamo davanti, LA CAITA’ NELLA VERITA’ RICHIEDE PRIMA DI TUTTO DI CONOSCERE E CAPIRE,..... LE ESIGENZE DELL’AMORE NON CONTRADDICONO QUELLE DELLA RAGIONE. ...... C'è sempre bisogno di spingersi più in là: lo richiede la carità nella verità (76). Andare oltre, però, non significa mai prescindere dalle conclusioni della ragione né contraddire i suoi risultati. Non c'è l'intelligenza e poi l'amore: CI SONO L’AMORE RICCO DI INTELLIGENZA E L’INTELLIGENZA PIENA D’AMORE.

Mi pare che ci sia molto da riflettere.

Buona settimana