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martedì 11 novembre 2008

Wall street e main street....

Non sono un "Obamiano" di ferro, anche se da americano anche io avrei votato Obama a causa dell'inconsistenza dell'avversario (ma avrei votato molto più volentieri per Hillary Clinton).
Comunque Obama è un buon comunicatore (come i nostri Veltrusconi...) e ho molto apprezzato una frase da lui detta nel suo discorso di Chigago ai suoi fans in festa per la vittoria.
La frase è: "non e possibile che Wall Street prosperi, quando Main street è in difficoltà". Main street nel linguaggio americano è la gente comune.
Non ho mai letto finora una diagnosi più sintetica e corretta della malattia che ha provocato l'attuale crisi finanziarie ed economica.
Adesso aspettiamo che Obama passi alla terapia che non potrà fare a meno di contenere una forte redistribuzione dei redditi e di essere globale (per intenderci estesa a tutti i Paesi, compreso il nostro).
Ci riuscirà? Io mi auguro di si.

3 commenti:

Sam Cardell ha detto...

Detto tra di noi, Giuseppe: la simpatia è un conto, l’essere comunicatore un altro e il fare le cose che si devono fare un altro ancora.
Te lo dico da esperto: ti lasci trascinare troppo dalla foga della “simpatia” e non guardi alla profondità della persona.
Non sono americano e non dovevo votare, ma è sicura una cosa: prima di votare ci avrei pensato molto bene!!!
Main street? Ora chiediti una cosa: chi ha finanziato e portato il rampollo alla vittoria? Main street? No, il ceto medio!
E difatti nel suo primo discorso la sua attenzione è stata proprio per questo.
La speranza è concessa a tutti; ma un sano realismo, forse, è cosa migliore, perché non provoca mai cocenti delusioni.

Giuseppe Sbardella ha detto...

Sam, Obama non mi è proprio simpatico (lo equiparo a Veltrusconi...) ma lo considero il male minore.

Ciao

Sam Cardell ha detto...

Ti rispondo succintamente.
Tu sei cattolico e il bene è una cosa, e il male un'altra.
Si vi sono due mali sono sempre peccato e non vi è un male che giustifichi l’altro.
Il Cavaliere e il Pidiessino sono solo due mali? Bene: la scelta (voto) sta pure anche nell’astenersi nel rispetto costituzionale.
Vi è sempre una realtà e una possibilità nella teologia e nella dottrina cattolica e i santi … la indicano chiaramente, anche quelli che, facendola, hanno perso la vita.
Ciò non è essere integralisti, bensì il concepire esattamente l’essenza del cattolicesimo e, di riflesso, la nostra individuale.
Oggi si tende a giustificare il male minore e lo si fa pure affrontando la crisi recessiva. Però, a forza di sbagli seppur minori, non mi pare che si costruisca un grande futuro se, seguendo la stessa identica strada, si è arrivati al punto attuale.