Pagine

domenica 16 gennaio 2011

Buona settimana (come semplici anelli di una catena?)

Questa volta il buona settimana ve lo do con una osservazione del pensatore tedesco (di origine italiana Romano Guardini):

“Quando l’azione non è più sorretta dalla coscienza personale, un vuoto singolare si determina in colui che agisce, Egli non ha più il senso di essere lui ad agire, il senso che l’azione cominci da lui e che egli pertanto ne debba rispondere. Sembra che egli non esista più in quanto soggetto e che l’azione passi semplicemente attraverso di lui, semplice anello di una catena”.

Riprendiamoci la coscienza personale!!

Commenti?

Buona settimana

9 commenti:

Paolo C. ha detto...

Guardini, oltre ad essere un pensatore, e' stato uno degli artefici del Movimento Liturgico.
E dobbiamo anche a lui la ritrovata potenza della Liturgia stessa.
La frase mi piace, perche' e' contro la visione materialistica, dove tutto e' fatalismo e dovuto a semplici interazioni della materia.
Il nostro dovere e' di far evolvere la nostra coscienza, seguendo una strada aperta verso il riconoscimento della Coscienza Superiore, che e' Dio.
In fondo il cammino evolutivo dell'uomo e' teso verso sempre una maggiore consapevolezza dell'Autocoscienza in Se' e la Rivelazione ne e' l'evento principale e di grado massimo.
Buona Domenica

Anonimo ha detto...

In tempi di massificazione ognuno è portato ad accodarsi alla massa e ad agire come fan tutti. Coscienza personale significa agire secondo una logica e assumersi le conseguenze dell'azione.
Ovviamente la coscienza personale deve essere formata per distinguere non solo il bene dal male, ma le varie alternative possibili. Ossia scegliere tra tante azioni lecite la migliore per il vantaggio che procura agli altri e per i minori effetti secondari. Vuol dire scegliere non solo di fare il Bene, ma di farlo nella maniera migliore possibile e che sia a favore di tutti. Queste sono scelte davvero difficili perchè la prima cosa che si desidera è il proprio vantaggio e il proprio tornaconto...
Elvira Falbo

Josè M. ha detto...

Bellissima osservazione.
Buon Anno
Josè

Anonimo ha detto...

Ciao Giuseppe,
quanto sottoponi alla nostra attenzione è indubbiamente vero e non occorrerebbe aggiungere altro se non condividere familiarmente i frutti delle nostre riflessioni, minime o grandi che siano.
Senz'altro occorre formare rettamente la coscienza personale, ma mi chiedo: poiché il "genoma" divino è trinitario e l'uomo è stato creato a immagine e somiglianza di Dio, si potrebbe parlare della nostra coscienza come di una coscienza relazionale? E quale rapporto esisterebbe tra coscienza personale e relazionale?
Sussiste una coscienza collettiva come autotrascendenza delle coscienze relazionali in rapporto tra di loro, segno di una Presenza di Dio in cammino con gli uomini, capace d'informare l'agire sociale?
Buona settimana
Nando

Sam Cardell ha detto...

Quando leggo certe frasi, Giuseppe, inorridisco, specie se queste sono sviluppate da un pensatore.
Il senso generale della frase da te citata può essere accettato, pur essendo discutibile; non sicuramente la proposizione.
Sviluppo d’acchito un breve pensiero in un attimo di pausa di lavoro.

Notiamo infatti che l’“azione” (soggetto in pratica oggetto virtuale) è prioritaria nella proposizione sintattica alla “coscienza personale” (oggetto che dovrebbe essere in realtà soggetto non esistendo se disgiunta da persona), creando di fatto un concatenamento spurio che trasla l’essenza del concetto proposto.
Infatti il pensatore procede affermando che l’uomo da soggetto diventa semplice oggetto di transito del fatto stesso. Subisce in poche parole l’effetto dell’azione come vittima sacrificale, impotente reale all’evento.
Si innesca di conseguenza un automatismo che porta alla predestinazione, perciò al subire la vita, con tutto ciò che ne consegue, anziché il padroneggiarla col pensiero e il modificarla con la coscienza.
La coscienza personale è però un’entità astratta e variabile, per cui ognuno ha la sua in base all’etica, alla morale ed alla cultura posseduta, quindi raggiunta e costruita nel tempo.
Il bimbo, facendo un esempio, non avendo una coscienza compiuta subisce l’evento e spesso né è vittima, perciò semplice anello concatenante di un procedimento evolutivo e solamente evolutivo, perciò non costruttivo e progettuale.
Perciò: l’uomo che è tale (diventa secondo la proposizione oggetto pur essendo soggetto) ha un’intelligenza atta a padroneggiare l’input recepito, oppure lo subisce come semplice oggetto di un processo innescato da lui stesso o da altri?
In sintesi: il pensatore da te citato ha una mentalità protestante oppure cattolica?
Risposta: il risultato espresso da lui mi pare … inoppugnabile.

Unknown ha detto...

Sono d'accordo con Elvira. In effetti il riferimento alla "coscienza personale" implica che ci sia un "dna spirituale" comune a tutti gli uomini che ci attrae verso valori quali il rispetto dell'altro, il bene comune, e che facendo prevalere la "coscienza" superiamo le altre forze interiori istintive quali l'egoismo, la sopraffazione dell'altro, etc. Credere nell'uomo significa credere in questa coscienza!!

Pompeo S. ha detto...

Rm 12, 1-2
Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

AVE

Pompeo

Giuseppe Sbardella ha detto...

Ciao Pompeo, mi fa immenso piacere che tu riporta questa frase del Vangelo.
E' la Parola di Dio che Chiara Lubich mi ha dato da vivere!
Un abbraccio

Giuseppe Sbardella ha detto...

sinceramente Sam , da tempo penso che molte barriere teologiche e filosofiche tra cattolici e protestanti siano fittizie.
L'unica barriera reale è il primato del Papa.
E chissà che, alla fine, non abbiano ragione loro? Papa come primus inter pares.
Cari saluti