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domenica 23 gennaio 2011

Ama quello che fai

Una frase, dettami da un amico psicologo, che sempre mi viene in mente quando una attività mi appare pesante: “ama quello che fai, e farai quello che ami”.

Che ne dite?

Buona settimana

2 commenti:

Berardo ha detto...

Caro Giuseppe un ottimo stratagemma per tentare di districarsi in questo mondo in particolare di lavoro nel quale mi pare che sia sempre più infestato da un "virus" pericoloso che tende a far tornare le aziende ai primi anni del 900 dove chi lavorava non aveva nessun diritto ed il padrone faceva il buono ed il cattivo tempo!
Amare quello che si fa considerando che sempre più vengono richieste di fare cose che a volte mi fanno contorcere lo stomaco per quanto sono contrarie alla dignità della persona a me rimane ogni giorno più difficile.
Il peggiore capitalismo possibile si sta rimangiando tutto quello che negli anni era stato costretto a cedere di malavoglia, riportando tutto a condizione di vita non aderente alla vera vocazione dell'uomo che è quella di vivere alimentando valori importanti quali la famiglia la socialità la crescita umana e spirituale non solo il lavoro e la produzione sempre più spinta.
Quando le aziende governate da gente miope ed avida tenta di affamare le persone che producendo creano le condizioni del loro strabenessere ecco che avendo un po’ di coscienza (non svenduta al migliore offerente) si sente stridere qualche cosa nella propria interiorità!
Questa mattina mentre facevo la mia corsetta nel silenzio più assoluto stavo elaborando quello che ti sto scrivendo e che pubblicherò nel mio sito e cioè di questo periodo che stiamo vivendo nel quale è proprio difficile tenere ben dritta la barra della propria vita in mezzo a questo mare tempestoso di non valori che si vanno sempre più diffondendo.
Cosa è giusto e cosa non è giusto, cosa è morale, cosa è immorale, cosa serve realmente da cosa non serve realmente bolle in un unico calderone dal quale attingere il proprio nutrimento è un’impresa sempre più ardua. Tutto sembra lecito e ben fatto da chi ha potere e soldi, e tutto sembra sbagliato a chi ogni giorno deve lottare per vivere. Il timore in questi momenti e sul quale mi pare nessuno dedica una riflessione è che se la situazione continua a degradare è che si instauri una deriva violenta tipica delle rivoluzioni. La rivoluzione francese se ne sono tutti dimenticati?! Coltivare i valori di pace e di altruismo nell'esperienza personale mi pare sino ad oggi un tempo ben impiegato perché è quello che permette di navigare la propria vita verso una rotta di pace interiore di qualità di vita che riempie il cuore e lo spirito. Propagandare questa "rotta" non è poi così facile ma tentare mi pare un impegno importante.

scargi ha detto...

Amare il lavoro è amare la vita. Fare bene ciò che si fa per il piacere di farlo bene è amare la vita. Berardo scrive in modo disperato mentre fa la sua corsetta mattutina.. Forse è tempo che ci rimettiamo a lavorare, a vedere l'impegno e la fatica come una benedizione. Non ci sono preclusioni nel mondo occidentale, lavorare qualificarsi e crescere è possibile. I giovani studiano poco, i lavoratori pensano al tempo libero, gli imprenditori si vogliono solo arricchire e provare divertimenti oltre ogni limite. Ognuno nella sua realtà pensi a qualificarsi, a lavorare bene, a crescere sia nella vita pubblica che nella privata, a vedere tutto ciò come una benedizione, una vera realizzazione della propria dignità e smettiamola di aspettarci dagli altri le soluzioni. Pensiamo cosa possiamo fare noi per gli altri e non quello che gli altri debbano fare per noi.