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sabato 16 gennaio 2010

Cosa è che veramente conta?

Questa settimana sono rimasto molto colpito da una frase di Robert Kennedy: “Il PIL (Prodotto Interno Lordo) misura tutte le cose, meno quelle che veramente contano”.

Ancora mi sto chiedendo, cosa conta veramente per me? Cercherò di dare una risposta la prossima settimana.

Buona settimana

7 commenti:

Unknown ha detto...

Caro Giuseppe, provo a fare un commento provocatorio... si suol dire che "se il denaro non dà la felicità, figuriamoci la miseria....". Penso che il PIL vada bene per misurare il "benessere" (=stare bene)sotto una certa soglia di sussistenza, oltre la quale beni materiali (soldi, vacanze, case, etc..) e immateriali (rapporti sani, amici, famiglia) diventano fattori che contano o non contano in base ai valori di ognuno... Che tanta ricchezza non dia maggiore felicità penso sia sotto gli occhi di tutti (ad esempio, cosa conta di più di non trovarsi in solitudine e avere invece relazioni di affetto?) ma forse la difficoltà è trovare altri parametri oggettivi e misurabili per fornire un'alternativa al PIL. Per la maggior parte (povera) del mondo penso che un PIL più alto significhi ancora oggi più possibilità per mangiare, studiare, curarsi, e queste cose contano, altrochè, ....
ciao

Giuseppe Sbardella ha detto...

Ciao Sandro, non volevo sottovalutare l'importanza della ricchezza materiale.
Anni fa alcuni amici mi criticarono perché sostenni che una adeguata ricchezza rende più liberi. Se il viaggiare, il leggere, amplia la nostra mente e ci rende più liberi, come non ricordare però che sono attività che generalmente costano?
Comunque già Amarthia Sen (Nobel per l'economia) e altri economisti stanno trovando strumenti di misura alternativi al PIL per misurare il benessere integrale, la cosiddetta "felicità".
Grazie del commento.
Ciao

Armando S. ha detto...

Caro Giuseppe, a proposito della tua domanda sul PIL sto leggendo un libro intervista che Vittorio Sammarco ha fatto a Francesco Gesualdi, allievo di don Milani alla scuola di Barbiana (pubblicato nella collana "Interviste" dell'editrice La Scuola di Brescia).
A pagina 34 dice che "una scossa può esserci data dallo smettere di utilizzare il prodotto interno lordo come unico metro di misura del benessere, adottando in alternativa la felicità interna lorda. Un tipo di contabilità che non misura solo la ricchezza materiale, ma anche il nostro grado di soddisfazione rispetto alla qualità della vita, del nostro lavoro, della nostra salute, della nostra vita familiare, delle nostre relazioni sociali, del nostro ruolo di cittadini"!
Molti cari saluti!! Armando

Luca & Samy ha detto...

Caro Giuseppe
in occasione del congresso delle regioni italiane dell'udc Savino Pezzotta ha fatto un'ottima relazione e una lucidissima analisi a questo proposito.Non solo la condivido in pieno ma credo che lui possa dare un contributo autentico e di stimolo alle attuali scelte di politica economica.
Cerco la relazione da tempo perchè non gliela fai pubblicare?
un caro saluto
luca gugliotta

Giuseppe Sbardella ha detto...

Ciao Luca, mi sembra che lo abbia già pubblicato sul suo blog. C'ero anche io quel giorno, ma non ci siamo incontrati.
Ciao

Sam Cardell ha detto...

Chi coniò la frase sul Pil forse guardava solo nei nudi dati matematici e non cosa questi significassero: non li sapeva … leggere.
Tu, Giuseppe, fai la stessa cosa.
Infatti, affermi che la fraternità non è misurata nel Pil. Invece viene misurata indirettamente pure questa se analizziamo i dati di un ciclo medio/lungo.
Vediamo se riesco a spiegarmi bene.
Cos’è la negazione della fraternità? Domanda improba, mi dirai.
Eppure è facile vista la tua definizione della fraternità: la guerra.
E la guerra non è solo quella materiale che porta orrore, distruzione e lutto, ma anche quella economica o sociale, compresa quella nelle ... famiglie.
La recessione attuale non è forse dovuta ad una guerra finanziaria dove qualcuno ha cercato di arricchirsi a scapito di altri? Difatti chi ne paga le conseguenze maggiori?
Le risposte sono semplici e sotto gli occhi di tutti; basta controllare dove sono andati a finire gli aiuti di stato per non far soccombere tutto il sistema.
Entrare nel dettaglio occuperebbe molto spazio; perciò mi fermo qua.
Tuttavia credo di aver reso sufficientemente l’idea.

Sam Cardell

Giuseppe Sbardella ha detto...

Certo Sam. Non solo. Alcuni sociologi (su tutti Fukuyama) ed economisti (in Italia uno studioso del fenomeno è Vincenzo Pelligra) sostengono, anche con dati alla mano, che la fiducia, l'amicizia, la fraternità sono fattori chiari e dimostrati di sviluppo sociale ed economico.
Ciao