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sabato 30 gennaio 2010

Divagazioni (ma non troppo) sull'infinito...

Rimango turbato e quasi spaventato di notte quando guardo il cielo stellato e mi ricordo che il cielo è infinito.
Abbiamo studiato da bambini che l’universo è infinito. “Infinito”, un termine, un concetto che, a pensarci bene ci sconcerta e ci impaurisce, siamo ai limiti se non fuori delle possibilità della mente umana.
Oggi gli scienziati ci dicono che l’universo non è infinito, è come una grande bolla che si sta espandendo e che forse (esaurita la spinta del “big bang”) si rattrappirà su se stessa.
Ma il problema rimane: in quale spazio si sta espandendo la bolla? cosa c’è oltre i limiti della bolla? Come fa ad espandersi se non c’è un vuoto da riempire al di là di essa?
No, la mente umana non può dare una risposta esauriente né può darne una credibile la stessa scienza.
Forse dobbiamo ammettere che il concetto di infinito esiste ma sfugge alla piena comprensione razionale.
Ma se ammettiamo che qualcosa possa esistere anche a prescindere dalla sua completa comprensione, perché allora non applicarlo anche all’esistenza di Dio? Perché pensare che Dio possa essere solo una favoletta o un mito, solo perché non riusciamo a spiegarlo razionalmente e/o scientificamente? E’ proprio così assurdo pensare che Dio esista?
Sarei proprio contento di avere vostri commenti, magari sul sito http://www.giuseppesbardella.blogspot.com, in modo da aprire un confronto.
Buona settimana

5 commenti:

Paolo C. ha detto...

L'infinito per ora si puo' trovare solo nel cuore. La mente e' umana e' subordinata sempre alle categorie limitate dell'intelletto e della psiche.
L'anima no; essa va piu' al di la', nel dominio della Fede.
Quando saremo trasfigurati, allora avremo davanti la domensione dell'infinito e dell'eterno.
Dobbiamo accontentarci di vivere nell'apparenza e superarla con la Fede, mediante il linguaggio del cuore.
Tutto qui, per me non c'e' altro da scoprire.

Luciano ha detto...

Diceva Kant, notoriamente, che non si può dimostrare che Dio esiste, e parimenti non si può dimostrare che non esiste. Si può credere, se si vuole. Su questa affermazione ci si sono sviolinate infinite, è il caso di dirlo, dissertazioni sul fatto che anche una teiera che gira intorno ad un pianeta non si vede ma c'è (il famoso paradosso di Russell è utilizzato per dissacrare la religione).
Più recentemente, alcuni bravi ragazzi cattolici sono dunque scesi dal piedistallo della filosofia e si sono avventurati nel campo della matematica, per la precisione della statistica, per tentare di aggiungere qualche tassello all'esistenza di Cristo come vero ed unico figlio di Dio: e hanno dimostrato che la probabilità che una persona conoscesse ed adempisse esattamente alle profezie indicate dai suoi predecessori era talmente bassa da risultare impossibile.
("La matematica lo conferma: Gesu' e' davvero il messia predetto dalle scritture",
di Marco Respinti, il Timone)

Anonimo ha detto...

Ascoltai tempo fa la relazione di un professore circa alcune recenti scoperte sulla struttura del DNA. Parlando di alcune straordinarie proprietà di questa molecola che contiene il materiale genetico, manifestava una passione che andava oltre i freddi dati scientifici. Ad un certo punto, si fermò per dire: "Io sono un agnostico, ma davanti a certe realtà scientifiche il mio agnosticismo vacilla. E' possibile he questa meraviglia sia non finalizzata?". Finì lì, ma io ho sempre pensato a lui come ad un vero scienziato, che pur mantenendo il suo rigore di ricerca, nei suoi dubbi è aperto alla riflessione senza dogmatismi sulle realtà ultime.
torietoreri
www.torietoreri.splinder.com

Carlo C. ha detto...

Condivido pienamente questa tua riflessione che tante volte ho fatto ed in cui tante volte mi sono perso ... per ritrovarmi nella fede in Dio
Carlo C.

Pompeo S. ha detto...

carissimo Giuseppe,
tre considerazioni, non necessariamente in ordine:
-ci hannp provato anche spiegandoci i "buchi neri", dai quali non riesce a filtrare nemmeno la luce.
- ti ricordi Agostino sulla riva del mare che cercava di riempire una buca senna sabbia? La buchetta siamo noi ed è difficile riempirci di Dio. Almeno fino a quando non lo vedremo faccia a faccia.
-
Da ragazzo ho scoperto che l'alluce finisce sempre col fare un buco nei calzini. Quindi ho smesso di mettere i calzini./
La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. In questo caso, abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funziona... e nessuno sa il perché!/Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi. (Albert Einstein)

buona settimana
Pompeo