E’ ormai evidente che la crisi sta cambiando i nostri stili di vita e ancor più li cambierà nel dopo crisi a seguito delle prevedibili restrizioni nelle politiche di bilancio del vari stati (per recuperare i forti disavanzi accumulati in questa fase).
Ma ci sono dei criteri da seguire per dare una direzione a questo cambiamento?
Benedetto XVI fornisce alcune indicazioni nel capitolo 51 dell’ultima enciclica “Caritas in veritate”.
Dice il Papa: “E’ necessario un effettivo cambiamento di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siamo gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi, degli investimenti”.
Soffermandoci, un attimo sul criterio della “comunione con gli altri uomini per una crescita comune”, forse dovremmo chiederci quante volte le nostre scelte riflettano questa esigenza e non soltanto il nostro interesse individuale. E se questo limitarci all’interesse individuale ci soddisfacesse nel breve periodo e ci danneggiasse (molto più) nel medio-lungo periodo del declino del bene comune (che è anche nostro...)?
Che ne dite?
Buona settimana
3 commenti:
In effetti il nostro e' un bel combattimento tra l'egoismo ed aprirsi all'altro e trovare l'etica giusta senza strafare in un senso o nell'altro.
Paolo
Do you remember Serge Latouche?
Peppe mi ha colpito una frase di S.Agostino presa a spunto dal sarcedote oggi durante l'omelia.....ama e capirai....
sintetica ma intensa....
ciao
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