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sabato 11 aprile 2009

Buona settimana (e buona S. Pasqua)

Carissimi,

la S. Pasqua può essere letta in diversi modi.

A me quest’anno piace leggervi l’azione imprevedibile dello Spirito che sconvolge tutte le attese, turba le quieti sonnacchiose dei potenti, risolleva coloro che erano nel buio e temevano di aver perso tutto.

E’ un ammonimento per me a non dare nulla per scontato, a non fidarmi dei miei ragionamenti consueti e dei miei schemi mentali precostituiti, a lasciare la mente aperta al nuovo che può avvenire in ogni momento, ad essere sempre fiducioso, ad avere speranza,

La Resurrezione è stato (ma è ogni giorno) un evento imprevedibile, inspiegabile, improvviso che travolge e, nello stesso tempo innalza, tutti quelli che sono aperti alla speranza.

Altri modi di leggere la S. Pasqua?

Sscriveteli sui commenti a questo post. 

Buona settimana e buona S. Pasqua.    

3 commenti:

Sam Cardell ha detto...

Anni fa partecipai ad una tavola rotonda, che durò molti mesi, in una grande città del nord.
Vi erano pure, tra gli oratori, dei prelati, degli intellettuali, dei filosofi, dei sociologi e dei giornalisti.
Tra questi dei Padri conciliari del Vaticano II.
Un giorno si dibatteva appunto della Pasqua e dell’importanza che questa assume nell’ideologia (pensiero) cattolico.
Sostenni, allora, che il “vizio” del cattolico fosse quello di leggerla, solo e sempre, in rapporto alla croce e di aver fatto della Croce un totem propiziatorio: il sacrificio!

La croce – dissi – è importante per capire il seguito e il misterioso cammino che attende il credente.
Gesù ha fatto il percorso della Croce, ma non per questo pretende che tutti noi lo ripetiamo. Diversamente la sua morte sarebbe “quasi” vana, se collegata alla salvezza tramite la remissione del peccato, quindi della morte spirituale con la dannazione.
Per fare questo non aveva bisogno di morire proprio in croce, né, Dio, di mandare il suo figlio unigenito.
Quello che è importante è il leggere la Pasqua in un ottica nuova e diversa, seguendo la via tracciata dagli eventi successivi alla resurrezione: lo Spirito Paraclito e l’Ascensione.
E proprio qua sta l’impegno del cattolico d’oggi: nel “camminare” con lo Spirito verso la propria ascensione, cioè in quell’evoluzione naturale che porta non a una ripetizione continua del sacrificio della croce, ma a proseguire un cammino che è la “prosecuzione” e non la “ripetizione” del cammino di Cristo.

La Pasqua ortodossa non ha come festa liturgica maggiore la stessa dei cattolici. Difatti è proiettata verso il futuro invece che sul passato.
Anche se, oggettivamente, la stragrande maggioranza dei cattolici praticanti non sa neppure quale sia le festa liturgica maggiore nel calendario cattolico, compreso l’esercito dei catechisti.

Chi non ne è convinto è pregato di alzare la mano!

Cari auguri a tutti!

Sam Cardell

Anonimo ha detto...

Sulla tua scia, intendo la Pasqua come una ulteriore "alzata d'ingegno" di Dio (scusate la inadeguatezza teologica della definizione). Dio ci ha già sorpreso con l'Incarnazione, ma ci sorprende ancora di più con la Resurrezione di Cristo. Dio non è mai "scontato", le categorie degli uomini ne sono sconvolte, la logica umana annientata. E cosa mai potremmo sperare di buono, nel caos della nostra vita, se non ci fosse la Resurrezione?
Buona Pasqua!
torietoreri
www.torietoreri,splinder.com

Pompeo S. ha detto...

Leggere i segni tempi è un segreto dello Spirito.
Nulla di imprevedibile, ma annunciato.
Improvviso, ma atteso.
Spiegato, ma non compreso.
Impreparati, ma accompagnati.
Due giorni per travolgere la storia.
Ma al terzo giorno Risuscitò.
E FU PER SEMPRE PASQUA.


Pompeo