Teoria dei due forni o dei due clienti?
Agli inizi degli anni ’80 fu, se non erro, Giulio Andreotti a formalizzare la teoria dei due forni, ipotizzando che il partito della DC (Democrazia Cristiana) dovesse restare al Centro e allearsi con lo schieramento di destra o di sinistra in funzione della maggiore omogeneità programmatica.
Il “divo” Giulio, per spiegare bene il concetto, fece l’esempio di una casalinga che avendo due forni a disposizione, sceglie il forno che le vende il pane migliore e a più buon mercato.
La teoria fece scalpore, venne ferocemente criticata, ma è rimasta famosa fino ad oggi.
La critica più puntuale verteva sul fatto che un partito il quale agisse in questo modo fosse orientato, nel suo agire politico, principalmente da una cinica logica di potere e non da un progetto politico o, come si dice oggi, da una vision strategica.
Tale critica appare condivisibile nella misura in cui il partito di Centro sia effettivamente privo di un solido progetto culturale e di una conseguente strategia politica.
Nel momento in cui avvenisse il contrario e il partito di Centro, anche se a seguito di un lungo, fatico e talvolta contraddittorio, fosse in possesso dei due requisiti di cui sopra, la politica dei due forni potrebbe anche manifestare dei risvolti interessanti e inattesi.
Nella situazione attuale, alla presenza di due schieramenti di sinistra e di destra, privi in larga parte di un pensiero forte e schiavi di quello che Benedetto XVI chiama il relativismo etico, un soggetto politico di Centro, in possesso di un pensiero politico forte basato sul personalismo comunitario e il neo-popolarismo, di una concezione economica adeguata come l’economia sociale di mercato, di un serio progetto di società e di un conseguente programma politico operativo, potrebbe avere ampi margini di manovra.
Potrebbe infatti, approfittando della sua posizione strategica, diventare esso stesso il “forno” e offrire il suo buon pane (il programma politico operativo, derivante dal pensiero culturale e dal progetto sociale) a entrambi i clienti, vendendolo poi a chi offre di più in quanto accetta una larga parte del suo programma politico.
La teoria dei due forni diventa quella dei due clienti. Rispetto al cinismo della prima, la seconda mette meglio in evidenza la posizione centrale e preminente che assume la possibilità di perseguire i propri obiettivi politici e sociali.
In presenza della attuale forte maggioranza parlamentare questa ipotesi potrebbe risultare scarsamente praticabile ma, in una situazione di probabile (purtroppo) peggioramento della crisi economica, i due attuali schieramenti si troveranno ben presto nella situazione di non poter dare risposte adeguate (in quanto dominati dal pragmatismo e privi di un forte elaborazione culturale).
Allora l’ipotesi del forno con due clienti potrebbe realizzarsi.
Cari saluti