Il Centro e il PDL
Fra poche settimane il PDL si trasformerà in un partito unitario di destra; è necessario svolgere un ragionamento (anche nella forma di un breve appunto) su questo avvenimento che potrebbe essere storico (come potrebbe avere valenza storica la avvenuta nascita del PS sull’altro fronte).
Il ragionamento, se vuole essere politico e strategico, deve prescindere da Berlusconi. Il personaggio ha 72 anni, non è in gran forma (i continui svenimenti lo confermano), mi pare assurdo farci influenzare ancora dal Berlusconismo per delineare prospettive politiche a lungo termine.
L’Italia non ha mai avuto una vera destra di stampo europeo (possiamo fare un riferimento a titolo di esempio a Churchill per la Gran Bretagna, Adenauer per la Germania, De Gaulle per la Francia), abbiamo avuto, fino agli anni ’90 una destra che si richiamava più o meno espressamente al fascismo e una destra liberale piuttosto di stampo classista borghese ed elitario.
Negli anni ’90, la destra ha subito una trasformazione na non in ottica europea..
Forza Italia avrebbe dovuto essere, secondo l’idea originaria di Antonio Martino (che la ispirò a Belusconi) un partito liberale di massa. Purtroppo, dopo una prima fase promettente (quella dei Martino, degli Urbani e di altri intellettuali di matrice liberale) è sempre più diventata il partito di coloro che ritenevamo il perseguimento dell’interesse individuale guida massima del comportamento personale (con tutto quello che ne consegue in tema di deterioramento della coesione sociale e del rispetto delle regole).
Permaneva e tuttora permane una minoranza di persone rispettabili, perlopiù di ispirazione cristiana, inserite nel partito per difendere i valori di una destra liberale di stampo europeo.
Alleanza Nazionale, nata sui resti del partito di ispirazione fascista, ha invece iniziato, sotto la guida di Fini (e l’ispirazione di Fisichella), una lunga marcia di avvicinamento verso i valori della liberaldemocrazia. La vera zavorra di questo partito è una classe politica ancora culturalmente legata ad immagini (se non a idee) del vecchio fascismo. E’ peraltro innegabile una maggiore valenza di cultura sociale di AN nei confronti di Forza Italia.
Viene riconosciuto alla destra nel suo complesso una maggiore attenzione (almeno da punto di vista formale) ai valori della famiglia naturale e della vita, ai temi della libertà economica, del mercato e della efficienza amministrativa, al rispetto della autorità.
Che partito sarà il futuro PDL post-berlusconiano?
Ritengo che molto dipenderà anche dall’atteggiamento che il Centro assumerà nei suoi confronti. Se ci facciamo prendere da uno strabismo politico obbligato che ci fa vedere a sinistra solo elementi positivi e a destra solo elementi negativi, non faremo altro che agevolare la nascita di una destra ancora più individualistica, liberista (che è differente da liberale), nazionalistica.
A mio parere, come dobbiamo incalzare la sinistra sulla meritocrazia, sul mercato, sull’efficienza istituzionale, sulla bioetica, dobbiamo incalzare la destra sugli aspetti valoriali con più marcato spessore sociale quali l’uguaglianza delle posizioni di partenza (frutto anche di una redistribuzione continua del reddito), il rispetto delle regole e degli equilibri istituzionali, l’apertura ad una visione politica europea, una scuola meritocratica ma non elitaria, una sanità efficiente ma a disposizione anche dei meno abbienti, una vera politica fiscale a favore della famiglia.
Se saremo capaci di confrontarci costruttivamente con la destra e la sinistra sui temi suindicati, renderemo sicuramente un servizio importante al bene comune ed allo sviluppo della nostra Italia.
Al prossimo ragionamento, sul Centro.
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