IL CENTRO E IL PD
Ho notato che molti bloggers del blog di Tabacci ultimamente esprimono delle posizioni molto simili, se non uguali, a quelle espresse dalla sinistra riformista (PD).
Mi chiedo se tale sinistra sia un interlocutore affidabile.
Negli ultimi 15 anni si è verificato il fenomeno che la sinistra, quando è stata unita in un’unica coalizione ha vinto le elezioni, ma non è stata capace di governare (l’ingresso nell’Euro è stato più che un successo del governo Prodi un frutto necessitato dell’istinto di conservazione nazionale).
Quando invece, come nell’ultima tornata elettorale si è presentata divisa, ha perso le elezioni.
Lo confesso, l’ultima volta sono stato tentato dal PD, ho anche partecipato alle primarie (votando per Letta) perché, pur nella farsa di certe posizioni elettoralistiche prese a prestito dalla destra, credo che la presenza di un forte partito di sinistra riformista (che faccia i conti con i nuovi problemi di una società globalizzata del XXI secolo) sia un bene per l’Italia. Una sinistra che si confronta apertamente con la meritocrazia, con il mercato, con il multiculturalismo, con le esigenze di sicurezza civile, con il problema del nucleare, è sicuramente un elemento positivo per il lo sviluppo presente e futuro dell’Italia.
In me è successivamente prevalso un senso di sfiducia in tale cambiamento e ho votato per il Centro.
Forse ho avuto ragione. Dopo la sconfitta la vocazione maggioritaria del PD si è molto attenuata, il segretario attuale sembra quasi un ostaggio in mano ai soliti maggiorenti, si è aperta la corsa al dialogo verso la sinistra estrema.
E’ vero che contemporaneamente si sono avute aperture anche nei confronti dell’UDC e prese di distacco dall’IdV ma, a ben vedere, la “pancia” storica del partito non può fare a meno di essere strabica verso i cugini separati della sinistra estrema e radicale.
E’ sempre stata mia coerente opinione che compito di un soggetto di Centro moderno sia quello di incalzare la sinistra riformista sui problemi posti dall’inserimento dell’Italia in un contesto europeo ed in un mondo globalizzato Incalzarla sui temi prima accennati, la meritocrazia, il mercato, l’esigenza di conciliare le garanzie con la velocità decisionale, l’ambiente (in un’ottica costruttiva), un approccio multipolare all’energia, la sicurezza, è fondamentale per aiutare le parti sane e moderne del PD.
E’ la stessa politica che il Partito Repubblicano di La Malfa portò avanti, con serietà ed intransigenza, nei confronti del PCI e che condusse quest’ultimo ad intraprendere il cammino verso la piena accettazione dei valori della democrazia occidentale. Penso (o spero) che questa sia la politica che i fondatori della Rosa bianca per l’Italia abbiano in mente.
Sulla destra c’è da fare un discorso altrettanto complesso, ma lo farò un altro giorno.
Cari saluti a tutti.
Ho notato che molti bloggers del blog di Tabacci ultimamente esprimono delle posizioni molto simili, se non uguali, a quelle espresse dalla sinistra riformista (PD).
Mi chiedo se tale sinistra sia un interlocutore affidabile.
Negli ultimi 15 anni si è verificato il fenomeno che la sinistra, quando è stata unita in un’unica coalizione ha vinto le elezioni, ma non è stata capace di governare (l’ingresso nell’Euro è stato più che un successo del governo Prodi un frutto necessitato dell’istinto di conservazione nazionale).
Quando invece, come nell’ultima tornata elettorale si è presentata divisa, ha perso le elezioni.
Lo confesso, l’ultima volta sono stato tentato dal PD, ho anche partecipato alle primarie (votando per Letta) perché, pur nella farsa di certe posizioni elettoralistiche prese a prestito dalla destra, credo che la presenza di un forte partito di sinistra riformista (che faccia i conti con i nuovi problemi di una società globalizzata del XXI secolo) sia un bene per l’Italia. Una sinistra che si confronta apertamente con la meritocrazia, con il mercato, con il multiculturalismo, con le esigenze di sicurezza civile, con il problema del nucleare, è sicuramente un elemento positivo per il lo sviluppo presente e futuro dell’Italia.
In me è successivamente prevalso un senso di sfiducia in tale cambiamento e ho votato per il Centro.
Forse ho avuto ragione. Dopo la sconfitta la vocazione maggioritaria del PD si è molto attenuata, il segretario attuale sembra quasi un ostaggio in mano ai soliti maggiorenti, si è aperta la corsa al dialogo verso la sinistra estrema.
E’ vero che contemporaneamente si sono avute aperture anche nei confronti dell’UDC e prese di distacco dall’IdV ma, a ben vedere, la “pancia” storica del partito non può fare a meno di essere strabica verso i cugini separati della sinistra estrema e radicale.
E’ sempre stata mia coerente opinione che compito di un soggetto di Centro moderno sia quello di incalzare la sinistra riformista sui problemi posti dall’inserimento dell’Italia in un contesto europeo ed in un mondo globalizzato Incalzarla sui temi prima accennati, la meritocrazia, il mercato, l’esigenza di conciliare le garanzie con la velocità decisionale, l’ambiente (in un’ottica costruttiva), un approccio multipolare all’energia, la sicurezza, è fondamentale per aiutare le parti sane e moderne del PD.
E’ la stessa politica che il Partito Repubblicano di La Malfa portò avanti, con serietà ed intransigenza, nei confronti del PCI e che condusse quest’ultimo ad intraprendere il cammino verso la piena accettazione dei valori della democrazia occidentale. Penso (o spero) che questa sia la politica che i fondatori della Rosa bianca per l’Italia abbiano in mente.
Sulla destra c’è da fare un discorso altrettanto complesso, ma lo farò un altro giorno.
Cari saluti a tutti.
2 commenti:
People should read this.
Many thanks Lea.
Ciao
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