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mercoledì 30 novembre 2011

Una sorpresa da una zingara

Qualche giorno fa, camminavo per andare ad un appuntamento, quando ho incrociato una zingara che chiedeva elemosina all’angolo di una strada.

Ho sempre sofferto per una situazione di disagio e, diciamolo pure, di ripulsa verso gli zingari, che risale agli anni della mia infanzia.

Mentre mi rivolgeva la mano per l’elemosina, mi sono ricordato dell’impegno preso durante la mia ultima confessione ad Assisi, quello di cercare di non lasciar passare inosservato alcun povero tenendo conto di quello che diceva S. Francesco “chiunque ti chiede l’elemosina è povero in quanto la chiede, anche se non lo è realmente”.

Ho messo mano al portamonete, ho preso la monetina più piccola, di 20 centesimi (si trattava pur sempre di una zingara...) e gliel’ho data continuando a camminare.

Pochi metri e mi sono sentito chiamare “signore, signore”; voltandomi ho pensato “sta a vedere che non è contenta dei 20 centesimi e vuole che aggiunga qualcosa”.

Invece.....voleva avvertirmi che, tirando fuori i 20 centesimi, mi era caduto per strada.. 1 euro!!

Ovviamente a questo punto gliel’ho lasciato, ringraziando il Signore per due grazie. La prima di avermi “strapazzato” dai miei schemi mentali per farmi capire che gli zingari sono fratelli, la seconda per avermi donato, in un momento in cui talcolta faccio fatica a coltivare speranza per il futuro, a darmi un segno positivo di Speranza.

13 commenti:

sandro ha detto...

Caro Giuseppe, è proprio vero! Dio non ci lascia mai in situazioni troppo grandi o dolorose da non poter essere amate con l'aiuto della sua Grazia, che si manifesta anche attraverso i fratelli o nei modi più fantasiosi....
Sono contentissimo di sentire ancora il Giuseppe del "costruire positivo", ne abbiamo bisogno....

Sandro

Elena C. ha detto...

Grazie, Giuseppe! Una bellissima comunione d’anima. Sono contenta di averti ritrovato nella mia casella di posta elettronica....come stai?
Buon Avvento!
Uno,
elena

Marica ha detto...

Caro Giuseppe,
un commento si': questo che hai scritto e' molto illuminante, anche la frase di S.Francesco che non conoscevo (e sulla quale credo meditero' a lungo).

Best Regards

Marica

Sabrina ha detto...

Invece dei buon settimana, un buon mese potrebbe essere una nuova iniziativa per il 2012!
E questo mi pare un ottimo inizio, non trovi?
Pace e bene.
Sabrina

Eliseba ha detto...

carissimo Giuseppe,

approfitto di questa bella mail e del fatto che ho un attimo di tranquillità al lavoro per salutarti dovendolo fare da tanto!

Volevo dirti che, anche io, come te, soffro di una certa "allergia" a chi chiede elemosina in modo non sempre autentico e come te farei molta fatica ad aprire il mio portamonete e figuriamoci se davanti ad uno zingaro :-) per cui è stata una bella lezione anche per me! ricordandomi poi che anche San Francesco ebbe un incontro molto illuminante con un lebbroso, allora non possiamo che sentirci incoraggiati a "convertirci" :-) Conversione appunto....ieri alla Lectio sul vangelo di domenica prossima, mi spiegavano che Conversione (metànoia), più che un cambio etico e/o di atteggiamento, è un cambiamento del modo di pensare. E' la rottura dei nostri schemi mentali, di quei nostri ragionamenti che come navigatori mal tarati, ci portano su vie storte e non dritte e luminose come sono invece quelle di Dio. Ecco, anche io come te sto vivendo questo tempo con tristezza, preoccupazione, perdita di fiducia, smarrimento, con un opprimente senso di morte e di fine; eppure i giorni della luce, della speranza, dell'allegra compagnia del Signore li abbiamo conosciuti, vissuti, sperimentati, non erano mica un sogno! ecco, spero davvero che questo Avvento sia davvero il tempo in cui finalmente riusciamo a fare spazio tra le nostre tristezze per dare voce a Dio, al suo annuncio di speranza e di gioia che nuovamente torna a portare ossigeno al nostro cuore perché possa aprirsi all'inaspettato....perché quel "tanto lo so come va a finire" diventi solo uno dei tanti schemi che ci ingabbiano e da cui siamo liberati!

Ti abbraccio forte, e salutando anche Patrizia, vi auguro .... buon Avvento ;-)

ciao,
eli

Gilda ha detto...

E buon mese di dicembre anche a te e buon avvento.
E’ vero, il Signore si manifesta attraverso le persone che incrociamo… e questo è un incontro che fa pensare…
Ed anche il passaggio degli ex buona-settimana ad una cadenza mensile in questo momento può essere un buon compromesso: bravo!

Sandro D. ha detto...

Che sia un segno? Ho il coraggio di crederlo. Un caro saluto, Sandro

Grazia Maria F. ha detto...

Ciao Giuseppe!!! Che bello leggerti di nuovo!!! Grazie della speranza! Buon Natale a te e alla tua signora Grazia F.

scargi ha detto...

Faccio mia la frase di S Francesco molto bella. Dovremmo imparare a dare a chiunque ci chiede, ma dovremmo imparare anche a chiedere quando abbiamo bisogno.

Sam Cardell ha detto...

Ricordo la frase di Francesco e anni fa così la commentai in fase sociologica: uno è povero realmente quando la chiede, perché o è nell’impellenza, oppure è in quella degenerazione che nello sfruttare la compassione altrui prostituisce sé nell’inganno etico proprio.
Anni fa un conoscente era in un lussuoso albergo di una nota località di villeggiatura e mentre pranzava si sentì salutare così dal vicino di tavolo: Salve dottore, la trovo bene.
Si girò e guardò lo sconosciuto, ben vestito. Quello vide l’imbarazzo e gli chiese: Non mi riconosce? Sono quello a cui lei dà sempre l’elemosina di mille lire quando esce dopo il lavoro dall’ufficio.
Il questuante (di professione) aveva trovato un “buon” lavoro per vivere, tanto lucroso da potergli consentire le ferie in un costoso albergo.
In parte i due fatti – tuo e mio – sono connessi, anche se non è detto che i soggetti coinvolti avessero la stessa finalità. Avevano comunque in sé una certa onestà.
Oggi, comunque, i questuanti si stanno moltiplicando e non tutti li troviamo agli angoli delle strade ad elemosinare. Ve ne sono molti, schiacciati dalla crisi, che nel decoro interiore fanno il possibile per non apparire.
E il nostro errore è quello di non saperli riconoscere, onde spartire con loro anche quel poco (o tanto) che abbiamo.
Elemosina viene dal greco e significa misericordia; che può essere un atto di carità, ma non è la carità. La carità, tuttavia, non può fare a meno della misericordia, perché questa indica il comprendere dentro di sé non solo lo sbaglio, ma anche le necessità, il dolore o la miseria economica altrui, perciò il bisogno.
La crisi – e le tasse – la sta espandendo con il crollo economico un po’ ovunque. E spesso ad ampliarla sono pure quei praticanti cattolici che operano nelle stanze del potere, intenti più a proteggere i privilegi dell’alta finanza che a salvaguardare le necessità primarie esistenziali del popolo.
L’altrieri, viaggiando, sentii in radio uno, che occupa un’importante carica istituzionale, affermare che pure chi è indigente deve fare sacrifici, perché tutti dobbiamo farci carico di questa crisi.
Al tipo, che non cito per rispetto della sua carica, avrei obbiettato che però lui ogni giorno spende e spande a spese altrui, mentre l’indigente spesso non riesce ad arrivare a fine mese.
Il Natale è una speranza che dobbiamo coltivare; senza speranza non vi è futuro, perché non vi sarebbe l’ideazione e la costruzione di un mondo migliore, per noi e per gli altri.
Buon Natale, Giuseppe.
Sam Cardell

Giuseppe Sbardella ha detto...

molti cari auguri anche a te, Sam e a tutti i lettori di questo blog.

Simone Biffi ha detto...

Non avevo ancora visto il blog...

Avremmo bisogno più spesso di lezioni come questa.

Simone

Dott.ssa Liliana Barbus ha detto...

Il suo racconto mi ha fatto riflettere...Grazie, Liliana Barbus