Carissimi, sono fermamente convinto che la crisi dei “preti pedofili” che ha colpito
Se non crediamo in questo non crederemmo ad un Dio Amore e Signore della storia.
Per quanto riguarda gli attacchi, che appaiono coordinati, alla Gerarchia e, particolare, a Benedetto XVI, forse ci si dovrebbe chiedere i motivi della strana coincidenza degli attacchi con l’uscita e l’ampia diffusione dell’ultima enciclica “Caritas in veritate” in cui il Papa mostra la fallacia culturale, l’assenza di etica e l’inefficacia pratica di una visione della realtà, in economia, in politica, nel sociale, derivante direttamente dal relativismo etico.
Cosa ne dite? Ne parliamo sul blog?
Buona settimana
4 commenti:
Vedo il tuo breve post, Giuseppe, e non condivido affatto né le considerazioni, né le supposizioni.
Ovviamente questo non è il luogo per una discussione approfondita della problematica; ma, scusa se lo sottolineo, la tua mi sembra proprio un intervento da relativismo etico sulla materia.
Dei papi ho una considerazione analitica in base alla loro “umanità” e non alla loro infallibilità, che è riservata solo al pontificare in ex cathedra. Un’enciclica non è da considerarsi nell’infallibilità, bensì nell’analisi che può evidenziare anche la fallibilità. Diversamente ce ne staremmo tutti tranquillamente sotto l’albero della “sapienza” perché i problemi non esisterebbero, essendo stati tutti già risolti.
Sono stato uno dei pochi che hanno “criticato” costruttivamente, evidenziandone i limiti e le incongruenze ideologiche, l’ultima enciclica, continuando, convinto, a farlo tuttora.
E, pure in pubblici consessi (non di sacrestia), esprimo liberamente le mie considerazioni, avendone riscontri positivi anche in certa gerarchia e, specie, nelle nuove generazioni che si sentono molto lontane da questa “chiesa”. Dopo le dissertazioni approfondite non ho mai trovato nessuno che non addivenga alle mie stesse considerazioni.
Ovviamente sono in buona compagnia, considerato che pure Martini fu critico su alcune encicliche.
Umanamente questo papa non mi attira come uomo per diverse ragioni. Tuttavia al passare a dire che, se uno non la pensa come lui, ciò sia un attacco di lesa maestà ce ne corre.
Lo dico non per quanto mi riguarda, ma per quanto tu affermi rispetto ad altri.
Le pedofilia e le degenerazioni sessuali (mono, etero e trans) di una piccolissima parte del clero sono conosciute da secoli. Per grazia di Dio sono rare eccezioni rispetto alla santità e alla rettitudine dei molti.
Personalmente conosco preti che hanno avuto figli e altre storie, non molto edificanti, su simili problematiche. Tant’è che Giovanni XXIII indirizzò una circolare al clero relativa alle confessioni, per il semplice motivo che il confessionale veniva usato da alcuni per intessere abboccamenti con donne sposate e non.
(Segue)
(Continua da precedente)
Vi sono stati cardinali famosi reo confessi in materia e non solo preti.
Il grave è che la chiesa ufficiale se ne sia “resa conto” solo ora, quando il bubbone è diventato di pubblico dominio.
Se Padre Amorth giunge ad affermare che pure in Vaticano vi sono sette sataniche, con messe nere ed orge, che tra i loro addetti hanno monsignori e cardinali, non mi pongo il problema di credergli perché, con tutto il rispetto di chi lo afferma, il problema per me non esiste.
Tuttavia, se alcuni casi isolati esistono e persistono, si pone un problema di carenza formativa già nei seminari. Se, poi, il problema esula il singolo prete e va a inficiare un vescovo o un cardinale, allora si innesca la responsabilità delle nomine e del quesito se tali devianze (perché nella Chiesa cattolica tutto ciò che riguarda il sesso in un ministro è devianza) esplodano improvvisamente in un Pastore con la maturità, oppure se non siano esistite pure prima.
Chi, come noi, ha una certa età, non può aver conosciuto preti che siano stati trasferiti altrove per simili problemi; e il trasferire non risolve il problema, ma lo sposta solo altrove.
Dire che su questa problematica si sia da secoli volontariamente sottaciuto non è fuori dalla realtà; a meno che si segua la norma discutibile e ufficiosa della gerarchia: “promoveatur ut amoveatur”.
La Chiesa è composta da uomini che, come tali, possono sbagliare. Di ciò non dobbiamo scandalizzarci per singoli e sparuti casi per non essere i primi che, pur volendo lapidare, siamo costretti per i nostri peccati a mollare il sasso e a sgombrare il campo.
Molte diocesi americane hanno le casse vuote per i risarcimenti che i tribunali civili decretano come risarcimento per simili casi. E i fedeli, davanti a tale indegno procedere, sono stanchi di offrire elemosine per pagare i peccati altrui.
Le elemosine dovrebbero essere elargite per ben più altri nobili fini.
Quando tu parli di “attacchi” al pontefice, al di là del volergli addossare reali responsabilità o coperture, si pone il problema della sua appartenenza alla gerarchia piramidale non da oggi; e mi pare anomalo che tale problematica non sia mai stata conosciuta.
Perciò una certa responsabilità c’è, specie se solo ora si corre pubblicamente e tardivamente al riparo.
La Chiesa non è la chiesa, ovviamente. E ciò è la nostra speranza e certezza.
Compito nostro è quello di non fare lo struzzo di turno in una difesa paradossale della realtà a carattere presocratico/sofista.
E lo è pure per le encicliche, specie se queste si fermano a concetti idealistici e a nulla più.
Per risolvere i problemi della finanza e dell’economia non è più sufficiente limitarsi alle buone idee sul bene comune (valore vuoto e discutibile, specie se si vive da servito e non da servitore), ma bisogna conoscere approfonditamente i problemi (eccessi) e proporne le correzioni. Diversamente si pontifica solo senza conoscerne la consistenza, specie se alle spalle vi sono casi scottanti che hanno creato dei crack importanti anche in organismi religiosi.
E ciò vale per il singolo fedele, per il prete, per il pastore e pure per il … papa.
Con simpatia, Giuseppe.
Sam Cardell
Sempre interessanti i tuoi commenti...
Da parte mia aggiungerei che gli attacchi alla chiesa sono cominciati ben prima dei casi di pedofilia:
abbiamo dimenticato forse il caso Boffo che fu creato ad arte?
Forse non riusciamo a capire (o forse non è facile capire ) cosa sta veramente accadendo all'interno della chiesa o intorno ad essa, ma ho anch'io la speranza che da un momento di crisi come questo ne possa uscire una Gerarchia ecclesiastica, vorrei dire, più semplicemente Cristiana.
Che certamente vuol dire una Gerarchia più povera, più trasparente e laica, ma anche e soprattutto meno interessata al potere, perché non è con il potere che si rafforza la fede.
Ciao Giuseppe R
Purtroppo, al grande pubblico fanno più impressione padre Geroge, le scarpe di Prada, gli anelli sfarzosi e il camauro o cappellino bordato d'ermellino che dir si voglia. Sappiamo tutti che la forma, anche se non è sostanza, in qualche caso lo diventa, soprattutto quando il confronto sono le scarpe bucate, don Stanislao e i cappelli degli indigeni di Giovanni Paolo II. Questo papa, che è innegabilmente un gran teologo, ha la sfortuna di essere un papa della tradizione dopo tre figure di pontefici che hanno rinnovato la chiesa ma non hanno avuto la forza di fare pulizia. Benedetto XVI ha cercato di fare pulizia dentro gli abiti dei papi Barberini e la gente qui da noi non ci crede, mentre il mondo anglosassone continua a cnsiderare la figura del pontefice come ha sempre fatto. Io non ci vedo una coordinazione, ci vedo una serie di eventi che continuano a comparire sulla stampa internazionale come in passato, ma che questa volta vengono rimbalzati dalla nostra stampa prezzolata per i secondi fini dei suoi padroni e trovano facile presa nel pubblico che non legge ciò che il teologo dice, ascolta malamente il messaggio che predica, ma memorizza bene padre George.
Buona settimana a te e ai tuoi
Rosa Maria
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