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sabato 31 ottobre 2009

Liquidi o solidi

Buona settimana.

Il noto sociologo Z. Bauman sta sostenento in diversi suoi libri (ultimo “La vita liquida”, ed. Laterza) che stiamo vivendo in una società “liquida”.

Con questo termine vuole identificare una società i cui cambiamenti sono così veloci che, nel tempo ch impieghiamo per abituarci ad un cambiamento, già ne è intervenuto un altro.

Questo tipo di società spinge gli esseri umani a diventare “liquidi” come l’acqua che scivola via senza aggrapparsi a nessun appiglio.

Chi è rigido rischia di dover sopportare disagi fisici e psichici nonché problemi di carattere mentale (l’attuale vertiginoso aumento delle depressioni vi dice nulla?)

Più si è flessibili, meno verità, meno valori si hanno nel proprio bagaglio esistenziale, più diventa facile vivere in questo tipo di società.

Ma questo vuol dire vivere da essere liberi o l’assenza di qualsiasi valore di riferimento ci pone alla mercé di chi ha il potere (economico e politico) per decidere gli indirizzi del cammino comune?

Da parte mia penso penso che alcuni valori (seppur pochi, perché essere flessibili è un bene) devono restare e devono essere non negoziabili e indisponibili nella loro sostanza.

Ne parleremo nei prossimi buona settimana.

Un caro saluto

mercoledì 28 ottobre 2009

Anziani. Problema o opportunità?

Esiste un tema che, a nostro parere, è molto sentito nella società, in particolare in quasi tutte le famiglie e sul quale, invece, la classe politica è abbastanza assente.

Un tema che anche le statistiche evidenziano (e non vale la pena qui di ricordarle) in quanto è parlare in giro con amici o conoscenti di 50 / 60 anni, per prendere atto della sua esistenza.

Mi riferisco a quello dell'assistenza agli anziani che è diventato, dato il naturale elevarsi dell'età media di previsione di vita, un problema cruciale, insisto, diffuso in quasi tutte le famiglia (regolari o di fatto) in particolare in quelle dei ceti medi e popolari, che non possono disporre di un consistente reddito per far fronte a questa esigenza, ma neppure sono nelle condizioni di povertà previste per usugruire di decisive agevolazioni pubbliche.

Eppure forse esiste una soluzione (a base fortemente “personalistica” ovvero centrata sul primato della persona umana) solo che si provi ad alzare lo sguardo e a evidenziare alcune esigenze che possono forse essere conciliate e indirizzate a risolvere il tema di cui si scrive.

La prima è sicuramente quella di promuovere uno sviluppo economico che non si basi più sullo stimolo della massimizzazione del profitto e sull’incentivazione del possesso di beni materiali, ma che prenda finalmente atto che la felicità, dato un certo livello soddisfacente di reddito, è funzione esclusiva della saldezza e continuità di relazioni interpersonali soddisfacenti (i cosiddetti “beni relazionali”).

Non possiamo neppure dimenticare l’esigenza di ridurre una spesa pubblica per assistenza che il più delle volte si concentra su ricoveri in RSA o nell’utilizzo di strutture pubbliche di assistenza domiciliare.

Ancora, è necessario evidenziare la necessità di trovare sbocchi di lavoro per i giovani cittadini italiani, ricorrendo magari anche a tipi di impieghi che in qualche modo rafforzino il dialogo interpersonale fra le generazioni in vista e a sostegno di quella alleanza intergenerazionale (richiamata anche da Benedetto XVI nell’a sua ultima enciclica) che è alla base di uno sviluppo del Paese equilibrato, consapevole della sua storia culturale e in linea con la stessa.

Da aggiungere, e non sicuramente per ultima l’esigenza di restituire agli anziani la loro dignità di “persone”, non pesi per le giovani generazioni, ma anzi opportunità per lo sviluppo equilibrato della loro personalità.

E infine come non accennare alla necessità di alleviare finanziariamente e anche psicologicamente tante famiglie oggi al collasso per dover affrontare da sole problemi talvolta giganteschi? Una vera politica per la famiglia la si fa anche restituendo loro la serenità necessaria per un dialogo affettuoso e costruttivo fra coloro che la compongono, al riparo da tensioni nervose spesso distruttive dei legami parentali.

Lanciamo qui, come Laboratorio Persona è futuro una proposta, in parte provocatoria, sulla quale invitiamo tutti i nostri amici a confrontarsi con suggerimenti e critiche costruttive.

Affermiamo pertanto che la soluzione potrebbe essere trovata in una politica che, da una parte agevoli la costituzione di cooperative sociali di giovani cittadini italiani, aventi come fine primario l'assistenza (vogliamo dire meglio sostegno per evidenziarne la caratteristica di supporto a delle “persone”?) agli anziani residenti in casa con le loro famiglie, dall'altra finanzi parzialmente le famiglie di basso-medio reddito nel sostenere la spesa di tale "badanza".

Gli oneri di tale progetto potrebbero essere trovati compensando la riduzione della spesa sanitaria e tagliando alcune spese veramente esuberanti degli enti pubblici locali.

Saremo veramente lieti di ricevere contributi in proposito. su questo blog o, meglio, sul sito http://www.personaefuturo.it

Cari saluti a tutti

domenica 25 ottobre 2009

Buona settimana (i pionieri e l'elastico...)

Da un pensiero di Michel Quoist, che mi ha sempre colpito...

Una società, sia ecclesiale che civile, non può avanzare senza la presenza di pionieri, di battistrada, che aprono cammini fin allora sconosciuti, abbattono barriere psicologiche, superano paure collettive ancestrali.

I pionieri sono virtualmente collegati al resto della società non da corde rigide ma da elastici che permettono una maggiore elasticità, particolarmente nei passaggi più delicati, quando i pionieri spingono con forza in avanti e il resto della società resiste con tenacia.

Ma i pionieri devono stare molto attenti ed usare equilibrio. Se avanzano troppo poco, l’elastico si tira e gli altri non avanzano, se invece spingono troppo l’elastico rischia di rompersi e succede l’irreparabile, i due elementi perdono ogni contatto, si rompe il meccanismo unitario, il pioniere viene lanciato troppo avanti (perde il contatto con la sua comunità), la comunità ritorna con violenza indietro e perde molti dei progressi acquisiti.

Diamo una mano, sosteniamo i nostri pionieri, permettiamo loro di conservare il giusto equilibrio e andremo avanti, a passo diverso, ma tutti insieme.

Ne discutiamo insieme. Che ne dite?

Buona settimana.

sabato 17 ottobre 2009

Buona settimana (un pensiero di Maritain

Sono rimasto molto colpito da una frase di Jacques Maritain (uno dei padri del pensiero personalistico francese) che mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione:

“La ragione di essere di una società è di permettere ad ognuno di condurre una vita veramente umana”.

Secondo voi, la nostra società a che punto sta?

Ne parliamo sul blog http://giuseppesbardella.blogspot.com ?

Buona settimana

sabato 10 ottobre 2009

Una costellazione "personalistica"

Soon veramente lieto di pubblicare un importante documento di Savino Pezzotta.

Chi volesse intraprendere la strada da lui tracciata può serenamente confrontarsi, fornire e ricevere suggerimenti o sostegno, mettendosi in contatto con il Laboratorio ” Persona è futuro” (sito http://www.personaefuturo.it) di Roma scrivendo a personaefuturo@gmail.com.

Sarà data risposta a tutti con piacere per intraprendere insieme questo difficile, ma affascinante cammino.

Cari saluti

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Care amiche e amici,

perdonatemi l’uso del plurale; non lo faccio per manie di grandezza ma per esprimere il pensiero degli amici di “Persona è Futuro“ che si sono impegnati in una nuova avventura.

Siamo soddisfatti: quando il 18 di settembre abbiamo visto la sala gremita con tante persone, abbiamo pensato che forse eravamo sulla strada giusta. Nel momento in cui abbiamo pensato al convegno sul personalismo, non contavamo su tanto interesse: siamo contenti.

Si tratta ora di valutare come andare avanti con questo lavoro e vogliamo essere chiari. Siamo convinti che non dobbiamo costruire un nuovo partito, una corrente politica, un movimento. Più semplicemente pensiamo di realizzare una rete di persone e gruppi che vogliono correre l’avventura del pensare politicamente la realtà, che vogliono trovare momenti e luoghi di riflessione, di proposta e di scambio amichevole di pensieri, desideri e speranze. A qualcuno potrà sembrare poco ma per noi è necessario. Siamo convinti che oggi ci sia un’esigenza di testimoniare gratuità sobrie e rigorose che si legano e costituiscono una ragnatela di pensieri.

Abbiamo scelto il personalismo quale filone conduttore e criterio orientativo perché non è una ideologia ma un modo plurale di pensare e di agire concentrato sulla persona, soggetto che oggi è messo in discussione e che molti pensano superato, antiquato; così pensano che l’unica prospettiva sia quella dell’individualismo libertario, edonista e relativista. Per noi la persona è relazione, è capacità di riconoscersi nel volto dell’altro. Vorremmo che la politica, il sociale e l’economico cogliessero la complessità e la ricchezza di volti che si riconoscono e che rilevano le fragilità proprie dell’umano.

Siamo oggi al centro di una quadruplice crisi: economica, sociale, politica e culturale. Essa richiede un profondo ripensamento degli schemi che fin qui hanno caratterizzato il nostro impegno pubblico nel sociale, nell’economico e nel politico. Crisi di valori, indebolimento delle speranze, trionfo degli interessi particolari rispetto al bene comune sembrano essere i paradigmi della modernità post-ideologica, quasi che la fine delle grandi narrazioni avesse reso inutile un orizzonte d’ideali.

Di fronte a tutto questo, alle debolezze della politica, ai ripiegamenti corporativi di parte del sociale, riteniamo utile che nascano in ogni parte d’Italia gruppi di riflessione, ricerca, incontro e proposta. L’obiettivo è contribuire con le nostre modeste forze a costruire una società in cui nessuno sia straniero per l’altro e in cui il rispetto della dignità della persona torni ad essere criterio orientativo e valutativo.

A chi è già impegnato nel sociale, in politica, nelle amministrazioni locali non chiediamo di abbandonare i luoghi del loro impegno. Chiediamo uno sforzo di estensione.

Viviamo in una società sempre più complessa da tutti i punti di vista: tecnologico, scientifico, comunicativo, economico. E’ sempre latente il rischio che ognuno di noi si perda e si consegni alla semplificazione di cui oggi fa uso gran parte del dibattito politico. Serve invece un pensare che sia in grado di comprendere la realtà per impedire discriminazioni e separazioni.

Da qui l’esigenza di tessere una rete di amicizie, di piccoli gruppi e di persone che si sobbarchino il compito di seminare idee e proposte senza pensare al tornaconto. Dobbiamo stare nei processi e contribuire all’emergere di un nuovo tessuto culturale attento alla dimensione della persona, dei suoi diritti e doveri e della sua dignità.

Non pensiamo per il momento a una struttura organizzativa, ma a tanti piccoli gruppi che si collegano formando una costellazione personalistica che, utilizzando i moderni mezzi della comunicazione, entrano in relazione dinamica e propositiva, si stimolano a vicenda e promuovono momenti di incontro e di scambio.

Il primo obiettivo è costruire gruppi e incontrare persone; in seguito insieme vedremo cosa fare.

Intanto a livello nazionale abbiamo colto i vostri suggerimenti per cui continueremo a proporvi momenti di incontro utilizzando allo scopo “Persona è Futuro”.

Sarà per noi più semplice entrare in relazione con quanti condividono questo percorso se potremo avvalerci delle vostre generalità, dell’indirizzo postale e di quello elettronico.

Grazie a tutti e auguriamoci buon lavoro.

Savino Pezzotta


domenica 4 ottobre 2009

Cambiare gli stili di vita. Come?

E’ ormai evidente che la crisi sta cambiando i nostri stili di vita e ancor più li cambierà nel dopo crisi a seguito delle prevedibili restrizioni nelle politiche di bilancio del vari stati (per recuperare i forti disavanzi accumulati in questa fase).

Ma ci sono dei criteri da seguire per dare una direzione a questo cambiamento?

Benedetto XVI fornisce alcune indicazioni nel capitolo 51 dell’ultima enciclica “Caritas in veritate”.

Dice il Papa: “E’ necessario un effettivo cambiamento di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siamo gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi, degli investimenti”.

Soffermandoci, un attimo sul criterio della “comunione con gli altri uomini per una crescita comune”, forse dovremmo chiederci quante volte le nostre scelte riflettano questa esigenza e non soltanto il nostro interesse individuale. E se questo limitarci all’interesse individuale ci soddisfacesse nel breve periodo e ci danneggiasse (molto più) nel medio-lungo periodo del declino del bene comune (che è anche nostro...)?

Che ne dite?

Buona settimana