Esiste un tema che, a nostro parere, è molto sentito nella società, in particolare in quasi tutte le famiglie e sul quale, invece, la classe politica è abbastanza assente.
Un tema che anche le statistiche evidenziano (e non vale la pena qui di ricordarle) in quanto è parlare in giro con amici o conoscenti di 50 / 60 anni, per prendere atto della sua esistenza.
Mi riferisco a quello dell'assistenza agli anziani che è diventato, dato il naturale elevarsi dell'età media di previsione di vita, un problema cruciale, insisto, diffuso in quasi tutte le famiglia (regolari o di fatto) in particolare in quelle dei ceti medi e popolari, che non possono disporre di un consistente reddito per far fronte a questa esigenza, ma neppure sono nelle condizioni di povertà previste per usugruire di decisive agevolazioni pubbliche.
Eppure forse esiste una soluzione (a base fortemente “personalistica” ovvero centrata sul primato della persona umana) solo che si provi ad alzare lo sguardo e a evidenziare alcune esigenze che possono forse essere conciliate e indirizzate a risolvere il tema di cui si scrive.
La prima è sicuramente quella di promuovere uno sviluppo economico che non si basi più sullo stimolo della massimizzazione del profitto e sull’incentivazione del possesso di beni materiali, ma che prenda finalmente atto che la felicità, dato un certo livello soddisfacente di reddito, è funzione esclusiva della saldezza e continuità di relazioni interpersonali soddisfacenti (i cosiddetti “beni relazionali”).
Non possiamo neppure dimenticare l’esigenza di ridurre una spesa pubblica per assistenza che il più delle volte si concentra su ricoveri in RSA o nell’utilizzo di strutture pubbliche di assistenza domiciliare.
Ancora, è necessario evidenziare la necessità di trovare sbocchi di lavoro per i giovani cittadini italiani, ricorrendo magari anche a tipi di impieghi che in qualche modo rafforzino il dialogo interpersonale fra le generazioni in vista e a sostegno di quella alleanza intergenerazionale (richiamata anche da Benedetto XVI nell’a sua ultima enciclica) che è alla base di uno sviluppo del Paese equilibrato, consapevole della sua storia culturale e in linea con la stessa.
Da aggiungere, e non sicuramente per ultima l’esigenza di restituire agli anziani la loro dignità di “persone”, non pesi per le giovani generazioni, ma anzi opportunità per lo sviluppo equilibrato della loro personalità.
E infine come non accennare alla necessità di alleviare finanziariamente e anche psicologicamente tante famiglie oggi al collasso per dover affrontare da sole problemi talvolta giganteschi? Una vera politica per la famiglia la si fa anche restituendo loro la serenità necessaria per un dialogo affettuoso e costruttivo fra coloro che la compongono, al riparo da tensioni nervose spesso distruttive dei legami parentali.
Lanciamo qui, come Laboratorio Persona è futuro una proposta, in parte provocatoria, sulla quale invitiamo tutti i nostri amici a confrontarsi con suggerimenti e critiche costruttive.
Affermiamo pertanto che la soluzione potrebbe essere trovata in una politica che, da una parte agevoli la costituzione di cooperative sociali di giovani cittadini italiani, aventi come fine primario l'assistenza (vogliamo dire meglio sostegno per evidenziarne la caratteristica di supporto a delle “persone”?) agli anziani residenti in casa con le loro famiglie, dall'altra finanzi parzialmente le famiglie di basso-medio reddito nel sostenere la spesa di tale "badanza".
Gli oneri di tale progetto potrebbero essere trovati compensando la riduzione della spesa sanitaria e tagliando alcune spese veramente esuberanti degli enti pubblici locali.
Saremo veramente lieti di ricevere contributi in proposito. su questo blog o, meglio, sul sito http://www.personaefuturo.it
Cari saluti a tutti