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giovedì 24 gennaio 2013

Elogio della mitezza

La mitezza non è debolezza, ma consapevolezza della correttezza delle proprie opinioni e capacità di saperle proporre in maniere assertiva.
L'Italia ha bisogno in questo momento di persone miti e assertive, non di arroganti urlatori o di imbonitori che cercano di usare per loro scopi l'emotività o l'ignoranza di una parte degli Italiani.
Buona giornata a tutti

martedì 22 gennaio 2013

Non devono votare per la lista Monti


NON devono votare per la lista Monti coloro che:

  1. vogliono continuare a cercare raccomandazioni per trovare un posto di lavoro per sé e per i propri cari;
  2. vogliono essere promossi senza impegnarsi nello studio;
  3. vogliono trovare un "santo in paradiso" al quale rivolgersi per ottenere un posto letto in un ospedale, una licenza commerciale, un certificato pubblico, ecc..;
  4. aspettano soldi pubblici a fondo perduto per poter pensare a lanciare una iniziativa imprenditoriale;
  5. desiderano avere la garanzia del posto del lavoro senza impegnarsi nella loro capacità produttiva e nella riqualificazione professione;
  6. credono più nel progresso attraverso il servilismo e l'arruffianamento che attraverso il merito;
  7. sono aprioristicamente contrari ad ogni innovazione;
  8. e così via.... ormai ci siamo capiti.

Sì, vogliamo essere ostinatamente riformisti del nostro Paese!!!
 

sabato 19 gennaio 2013

Un "popolo forte"

Viene fatta alla lista civica di Monti l'accusa di essere la lista dei "poteri forti".
Ieri ho conosciuto i miei colleghi di lista "Scelta civica per Monti con l'Italia" di Lazio 1, Roma e Provincia.
Ci siamo tutti reciprocamente presentati.

Ci sono infermieri, medici, operatori del volontariato, lavoratori dipendenti e autonomi, imprenditori e dirigenti, studenti e docenti universitari, avvocati, psicologi, pensionati, giornalisti, persone in cerca di lavoro...
Tutte facce pulite, tutte persone per bene (ma non "perbeniste"), chi in giacca e cravatta, chi in jeans e maglione, tutti sorridenti, una vera rappresentanza del nostro popolo.

Più che una lista di "poteri forti" parlerei della lista di un "popolo  forte".

Votateci!!!


mercoledì 16 gennaio 2013

Ho in mente....


Ho in mente un Paese normale,

  1. dove i giovani possano esprimere la loro esuberanza creativa in un lavoro degno, le persone serie possano arrivare serenamente alla pensione, gli anziani non si sentano inutili, ma cittadini a pieno titolo;
  2. dove i cittadini siano considerati tutti uguali come persone umane, e non con giudizi diversi a seconda delle etichette (politiche, territoriali, sessuali, sociali...) che vengono loro apposte; 
  3. dove gli imprenditori abbiano un obiettivo più ampio della massimizzazione del profitto e i lavoratori svolgano il loro lavoro con serietà intendendolo come un contributo al bene di tutti;
  4. dove le donne non abbiano bisogno delle quote rosa per sentirsi pienamente cittadine a tutti gli effetti;
  5. dove lo Stato punisca sul serio chi non rispetta le regole di convivenza civile (senza che ci siano successivamente amnistie o condoni) e premi i cittadini onesti e meritevoli;
  6. dove i cittadini possano vedere il ritorno in servizi pubblici delle tasse da loro pagate; dove il Fisco sia trasparente e fiducioso con tutti i contribuenti, ma duro e implacabile verso quelli non onesti, e dove gli evasori fiscali siano consapevoli di essere dei ladri di denaro altrui;
  7. dove nessuno pensi di avere la verità in tasca, ma sia persuaso che senza un confronto aperto e una costruttiva collaborazione non si risolvono i problemi in maniera duratura;
  8. dove i cittadini siano convinti che si può migliorare la convivenza civile solo iniziando a migliorare se stessi;
  9. dove si capisca che, se si vuole crescere, occorre che ciascuno, a seconda della sua situazione personale, studi di più, produca di più, consumi meglio;
  10. dove ognuno possa sperare il meglio, possa sognare il meglio, possa agire per il meglio.

Ricominciamo a sperare, ricominciamo a sognare!!!
Le speranze e i sogni sono il carburante necessario per intraprendere azioni positive ed efficaci.


lunedì 14 gennaio 2013

Ricominciamo a sperare, ricominciamo a sognare

Carissimi,

qualche amico si è stupito della mia scelta di accettare la candidatura alla Camera nel Collegio di Roma 1 per la lista "Scelta civica con Monti per l'Italia".
Preciso subito di aver posto come condizione della candidatura quella di essere situato nella parte bassa della lista e di non avere "riciclati" come compagni di lista.
Una volta accontentato (sono il n. 32 e il mio capolista è il portavoce di S. Egidio, Mario Marazziti, seguito da tutte persone normali della società civile) ho accettato la candidatura.
Chiaramente non ho possibilità di entrare in Parlamento e questo non era il mio intento, che invece è quello di "mettere la faccia" su un progetto che apprezzo, quello di un gruppo di persone della società civili, credenti e non credenti, che vogliono servire il bene comune attraverso l'attuazione di un programma condiviso e portando avanti un approccio politico che si basa sul confronto costruttivo e che guarda oltre i confini nazionali.

Ma soprattutto credo che gli italiani abbiano bisogno di ricominciare a sperare e a sognare, le speranza e i sogni sono il carburante di ogni azione positiva, entusiasta ed efficace.

Avevo interrotto i "buona settimana" perché avevo perso la speranza, questa mia candidatura vuole essere la testimonianza che l'ho riconquistata e che voglio portare il mio contributo per costruire un Paese che sia almeno un po' migliore di quella che abbiamo alle nostre spalle.

Non vi chiedo di votare per la mia lista, ma una cosa vi chiedo, ricominciate a sperare e a sognare!!

Un abbraccio

lunedì 31 dicembre 2012

Un buon 2013 con uno sviluppo diverso...

Carissimi, una cosa mi sta molto stupendo di questo fine 2012, e già da molti giorni: l'assenza quasi totale dello scoppio dei "botti" che, negli anni precedenti, già iniziava a metà dicembre per concludersi solo qualche giorno dopo Capodanno.
Forse la crisi finanziaria, fra tanti effetti indesiderati e dolorosi, qualche effetto positivo, lo sta sortendo, la spinta ad un uso più mirato dei nostri soldi, una minore propensione al consumismo, una maggiore attenzione agli altri.
Due saranno le virtù che ci faranno uscire dalla crisi, la sobrietà e la solidarietà.
La sobrietà che ci farà indirizzare i  nostri consumi verso ciò che ci è veramente necessario e che offre caratteristiche di durevolezza.
La solidarietà che ci spingerà a considerare le esigenze degli altri in uno spirito di fraternità, nella consapevolezza che dalla crisi si uscirà tutti insieme o non si uscirà.

Allora ecco il mio augurio per il 2013, che sia l'anno di uscita dalla crisi, l'anno di ripresa dello sviluppo, inteso non solo come acquisizione di più beni materiali, ma soprattutto di una vita più felice data dall'instaurarsi di costruttive relazioni fraterne.

Carissimi auguri a tutti.

Giuseppe

domenica 23 dicembre 2012

Una buona notizia

Carissimi, partecipando recentemente ad un ritiro spirituale presso i Gesuiti di Civiltà Cattolica sono stato particolarmente colpito da una riflessione.
Quando un bambino nasce si affida completamente prima alle braccia della mamma e poi a quelle della altre persone intorno a sé; sente, sa che gli esseri umani sono degni della sua fiducia.
Anche Dio si incarna e nasce come un qualsiasi altro essere umano e, pur Dio, si affida, gracile e indifeso, alle braccia di Maria, di Giuseppe, dei pastori, che rappresentano in quel contesto tutta l'umanità.
E' il gesto, il simbolo di un Dio che si fida dell'uomo. E' questa la bella notizia del S. Natale, un invito a fidarci gli uni degli altri, cosi come Dio si fida di noi.

Tanti cari auguri e ... fidiamoci 

giovedì 20 dicembre 2012

Il vero rischio


Continuo a ripetermi che la vera battaglia elettorale sarà quella per la conquista della Lombardia.
Il risultato delle politiche è pressocché scontato. Vincerà il PD ma, per governare avrà bisogno del centro "montiani". Il Governo, chiunque lo presiederà, ha già il programma concordato in ambito europeo.
Il vero problema è se vincerà il centrodestra in Lombardia. Avremo tutto il nord in mano a Berlusconi e Maroni.
Non vorrei fare il catastrofista ma, con una Italia divisa politicamente in due, tutto è possibile.
E allora forza Umberto Ambrosoli!!!

mercoledì 28 novembre 2012

Polizze di assicurazione obbligatorie

Avete notato che tutte le leggi che hanno a che fare con le professioni (ultima quella relativa al condominio e ai relativi amministratori) prevedono l'obbligo di una stipula di una polizza di assicurazione sulla responsabilità civile?
Un bel business per le Compagnia di assicurazione, complimenti alle loro lobby!
C'è tanta indignazione verso le banche (che invece, a mio modesto parer, non se la s

tanno passando molto bene).
Sarei lieto se l'indignazione si dirigesse invece verso le Compagnie di assicurazione che beneficiano di grossi favori parlamentari con le polizze obbligatorie, aumentano i loro profitti e ... aumentano i premi delle polizze.
Prof. Monti, un contributo speciale, a loro carico, per il deficit pubblico no?

martedì 28 agosto 2012

La famiglia...che fastidio!!!



L’estate è tempo di riflessioni. Mi pare utile condividere con voi alcune di queste che hanno avuto origine da un episodio doloroso (con forte rischio di perdere il posto di lavoro) che sta interessando molte famiglie di miei ex-colleghi dell’azienda per la quale ho lavorato per 31 anni.
Il tema è quello del rapporto tra sistema economico e famiglia.

Tralasciando per un momento distinzioni ideologiche che esulano dal tema di questo scritto, forse si può pervenire alla seguente definizione, abbastanza condivisibile (l’unanimità è impossibile), di famiglia:
Aggregazione, con caratteristiche di stabilità e prevedibile durata nel tempo, di persone conviventi legate da vincoli di sangue e/o di reciproco affetto, che ha fra i suoi fini anche l’obiettivo dell’incremento qualitativo e quantitativo della società civile umana”
Sulla base di tale definizione possiamo individuare i seguenti elementi costitutivi della famiglia:
  1. stabilità e durata;
  2. convivenza (almeno nella prevalenza del tempo);
  3. vincoli di sangue e/o di reciproco affetto;
  4. obiettivo di bene comune superiore ai singoli beni individuali.

Il modello di sviluppo economico che, in una logica gobale, i “mercati” (dietro i quali si celano peraltro nomi e cognomi di speculatori finanziari americani e cinesi, non importa se privati o pubblici) stanno cercando di imporre si può individuare nel “turbo-capitalismo” così ben descritto da Edward N. Lutwak nel suo libro “La dittatura del capitalismo” edito da Mondadori nel 1999[1]. E’ da notare che Lutwak è uno studioso notoriamente lontano da simpatie verso la sinistra e verso il progressismo.

Anche senza scomodare Lutwak, la semplice lettura di quotidiani e anche l’osservazione attenta di quello che ci circonda mette in evidenza la necessità di alcuni fattori (sia culturali che sociali) indispensabili per il continuo sviluppo del turbo-capitalismo:
1.      una società nella quale le persone non abbiano e non creino difficoltà nel muoversi, anche in continuazione, laddove ci siamo maggiori ritorni di profitto per gli azionisti delle loro aziende (la “società liquida” di cui parla Zygmunt Bauman nei suoi scritti[2]);
2.      una  mentalità diffusa portata a far prevalere l’interesse individuale rispetto al bene comune;
3.      una rete di rapporti sentimentali, magari anche di alta intensità, ma non durevoli, nel quale il fattore preponderante del rapporto sia l’appetito sessuale senza che nel rapporto stesso si possano formare e consolidare aspetti di carattere emotivo sentimentale.

Non ci possono essere dubbi (anche se ho un po’ estremizzato) che questo modello di sviluppo è in netta contrapposizione con la permanenza di una società basata sulla famiglia e sul tipo di cultura che la stessa sia sottende sia sviluppa.
In primo luogo la famiglia sottolinea le esigenze della stabilità, della durata e della convivenza, non compatibili con le esigenze di mobilità predicate dal modello di sviluppo capitalistico nella sua versione americana.
In secondo luogo in famiglia, in funzione e come conseguenza dei vincoli di sangue o affettivi, si educano le persone a vivere pensando al bene degli altri familiari come al proprio, ponendo le basi per una futura attenzione al bene comune anche nel più vasto campo della società. Il turbo-capitalismo ha invece bisogno di persone mosse dall’assillo di massimizzare il proprio interesse personale, magari accontentandosi dell’assicurazione che la “mano invisibile” del mercato concilierà il proprio interesse con quello collettivo.   
In terzo luogo l’ “homo oeconomicus”, egoista e fondamentalmente single della cultura turbo- capitalistica, ha troppa fretta ed è troppo concentrato sul business per potersi concedere seri rapporti sentimentali di natura profonda interpersonale e magari anche rivolti alla procreazione. Si fa sesso prevalentemente per dare sfogo al desiderio di piacere, preferibilmente con donne diverse in omaggio alla (falsa) considerazione che la diversità accresce il piacere e stimola la creatività. Se poi questi rapporti sfociano in una gravidanza si può sempre ricorrere all’aborto (se la donna è consenziente...) o, nel peggiore dei casi alla sostituzione del sostegno familiare con quello bi-genitoriale (conformemente all’idea che si può essere genitori dei propri figli senza peraltro essere partner dell’altra persona con il quale si sono messi al mondo).

Lo stile di questo scritto è volutamente semplicistico e anche polemico perché, al di là delle considerazioni contrarie che si possono fare su singoli punti, il suo obiettivo è quello di dimostrare che gli attacchi dei quale l’istituzione “famiglia” è stata fatta segno negli ultimi due decenni non sono assolutamente casuali, ma ben funzionali ad un certo modello di sviluppo economico che fa riferimento allo schema turbo-capitalistico di provenienza americana e che ora sta attecchendo anche nel continente asiatico.
Per questo schema la famiglia è, e non potrebbe essere altrimenti, un fastidio...

Noi europei abbiamo ben altre radici culturali (il pensiero greco e latino, la potente elaborazione cristiana, il Rinascimento, l’Illuminismo, la Rivoluzione francese e quella russa) che modernamente convergono nell’assegnare il primato nella società civile alla dignità della persona umana (persona che si forma nella famiglia e che a sua volta contribuisce a formare il tessuto familiare).
Abbiamo anche elaborazioni teoriche come l’Economia sociale e civile di mercato che nulla hanno da invidiare allo schema turbo-capitalistico.

La difesa e lo sviluppo della istituzione famiglia sono fra i fattori fondamentali per lo sviluppo di una società alternativa a quella turbo-capitalistica, una società da costruire anche utilizzando uno stile di vita diverso che indirizzi i propri consumi e investimenti secondo criteri di sobrietà, solidarietà, sostenibilità ambientali.
Ma questo è un altro tema....   

    




[1] Edward N. Lutwak - “La dittatura del capitalismo” – Mondadori 1999.
[2] Fra gli altri “Vita liquida” di Z. Bauman – Laterza 2006