"E Gesù diceva: 'Il regno di Dio è come la semente che un uomo sparge nella terra. 27Ogni sera egli va a dormire e ogni mattina si alza. Intanto il seme germoglia e cresce, ed egli non sa affatto come ciò avviene. 28La terra, da sola, fa crescere il raccolto: prima un filo d'erba, poi la spiga e, nella spiga, il grano maturo."
Mi è sempre molto piaciuto riflettere su questo brano del Vangelo di Marco.
La prima riflessione riguarda il termine "seme". Spesso ci viene in mente, a livello umano, di pensare al Regno di Dio come ad un "progetto", così come viene delineato, ad esempio in Paolo agli Efesini cap. 2 versetti da 3 a 10.
ll progetto, secondo la nostra mente ingegneristica presuppone un disegno originario, dei materiali (in quantità predeterminata) e soprattutto non procede se mancano le persone che lavorano per la sua costruzione, per il suo sviluppo (un edificio non cresce senza i muratori, un programma informatico non procede senza i sistemisti che vi lavorano). Il "progetto" non può prescindere né da chi lo ha ideato né da chi lo costruisce, anzi senza i costruttori rimane a livello di semplice idea strutturata.
Il "seme" invece cresce per forza propulsiva interna mediante l'alimento che riceve dalla terra. Si sviluppa a prescindere dal lavoro dell'uomo.
La seconda riflessione riguarda la positività che questa immagine del Regno di Dio come seme ci deve infondere.
ll Regno di Dio, con la sua energia di bene e di costruttività in esso contenuta, si sviluppa in modo autonomo anche senza il nostro lavoro.
Ciò non vuol dire che possiamo disinteressarci di esso, Gesù, in diverse parabole richiama il dovere di mettere a frutto le nostre doti (parabola dei talenti, parabola dei vignaioli…); vuol dire però che, nonostante le apparenze possano essere contrarie, il Regno di Dio è sempre in espansione e noi dobbiamo solo inserirci fattivamente in questo processo favorendone l'espansione.
E' un pensiero che, in un momento apparentemente triste e oscuro come questo, mi dà ottimismo, anzi per usare un termine cristiano, mi dà Speranza.
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