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mercoledì 22 aprile 2020

Pensieri umani e pensieri di Dio


Mi ha sempre colpito, l’invito di Gesù, presente in Marco (8,34) a rinnegare se stessi, a prendere la propria croce e a seguirlo.
Ho sempre pensato che non può significare, come talvolta alcuni interpretano, l’annichilimento di se stessi e la ricerca del dolore purificatore.
Forse lo sguardo si allarga se, insieme al versetto 34 leggiamo anche il 33 e l’invito rivolto a Pietro.   
 

33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

Allora forse possiamo pensare che il rinnegamento di noi stessi può significare anche il rinunciare ai “pensieri secondo gli uomini” e a cominciare a “pensare secondo Dio”
Attenzione, qui Gesù non condanna il pensare in se stesso, condanna alcune sue modalità. Quando pensiamo seguendo i nostri schemi interpretativi, le nostre ideologie, le nostre, diciamolo pure, distorsioni cognitive, vuol dire che stiamo “pensando secondo gli uomini”.
Ma quale è il “pensiero secondo Dio”? sicuramente la sua Parola espressa nella Bibbia e, in particolare nel Nuovo Testamento, laddove Gesù, vero uomo e vero Dio parla in prima persona.
Prendiamo, solo per esempio, le Beatitudini

3«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Non rappresentano forse il contrario di come dovrebbe pensare un uomo del nostro tempo, uno ricco, felice, arrogante, duro, aggressivo, uno di quelli che il mondo denomina come i “vincenti” e , nel linguaggio dei più giovani” i “fichi”?
Eppure, secondo il pensiero di Dio, sono beati i  poveri, i miti, i pacifici, i misericordiosi, i giusti, i perseguitati, gli afflitti…..
E’ veramente un capovolgimento di pensiero.
Ma soprattutto accettare di vivere secondo il Vangelo (e ci sono tanti passi che possono far riflettere, oltre quello sulle Beatitudini) non vuole forse dire “rinnegare se stessi, prendere la propria croce e seguire Gesù?

Pensare secondo Dio sembrerebbe accettare una perpetua condanna alla infelicità, secondo gli schemi umani.
E invece Gesù ci provoca, mi provoca, dicendo, nella continuazione del passo di S. Marco, con il quale abbiamo iniziato la riflessione

 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. 36Infatti quale vantaggio c'è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? 37Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? 

Qui siamo, sono, davanti al mistero della Fede, dell’affidamento pieno alla persone di Gesù che, appunto è Vita, Via, Verità. Il ragionamento, l’esegesi, la meditazione servono poco, occorre “osare verso l’infinito” (come definisce la Fede il grande Romano Guardini) e buttarsi a vivere secondo i “pensieri” di Dio.



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