Le crisi sociali, economiche, politiche hanno sempre dei presupposti di natura culturale.
Si influisce di più (e più a lungo..) con una prevalenza culturale che con una maggioranza parlamentare.
E' la cultura che recepisce ed elabora gli stimoli e le domande che riceve dalla società e, di contro, formula risposte forgiando modelli di comportamento, fissando ruoli, costruendo istituzioni.
Ora a me pare che l'attuale crisi socio-economica e politica trova i suoi fondamenti e le sue cause nel prevalere di due schemi culturali.
Il primo è l'emozionalismo che porta a compiere scelte solo o perlopiù sulla base di emozioni o interne o indotte, anche subdolamente, dall'esterno.
Il secondo è l'individualismo che porta gli essere umani a compiere scelte sulla base dell'esclusivo tornaconto individuale (o magari di gruppo di interessi) a prescindere dalla valutazione degli impatti sul bene comune (o interesse collettivo).
Per superare la crisi occorre superare questi due schemi con altri due alternativi.
Il primo è il razionalismo che porta controllare (non reprimere) e indirizzare le proprie emozioni verso comportamenti e obiettivi elaborati con l'aiuto della ragione.
Il secondo è il solidarismo che porta a conciliare l'interesse individuale con l'interesse collettivo.
Che ne dite?
2 commenti:
Analisi condivisibile. C'è da chiedersi cosa abbia diffuso l'atteggiamento emozionale tra la gente. Forse la crisi totale delle ideologie e delle religioni? Cosa buona a mio parere se queste sono viste come inquadratura comoda dove chiudersi in un guscio di idee precostituite da un pseudo "alto". Sono del parere che anche la Fede in Dio va maturata attraverso la lente della conoscenza e della ragione. Senza ideologie e religione l'uomo reagisce con emozione al divenire, non ha guida e percorso da fare. C'è anche oggi una categoria di persone che ritiene di non muoversi emozionalmente e, non rendendosi conto che il loro atteggiamento sa di fuga dalla fatica di pensare, si dedica con ossessione a ideologie di basso spessore come l'essere vegetariani o l'essere ecologisti estremi o antagonisti di tutto o altro, purché ben distinguibile e alternativo, così si sente realizzata, ma a mio parere queste manifestazioni sono l'effetto estremo del sonno della ragione. La maggioranza comune invece ragiona per impressioni, simpatie, emozione, non ha una pseudo fede o solido pensiero politico, ha solo un desiderio generico di giustizia. Ma per carattere sono ottimista e, anche se io no ne vedrò i lati positivi, ritengo che questo sia solo un periodo di caos prima di maturare la consapevolezza del ragionare e dell'ascoltare per stare insieme. La cura del prossimo di se stessi e di ciò che ci circonda, conviene, e il convenire non è un elemento negativo. Se aggiungiamo una visione sovrannaturale e di vita eterna ci vedo quello che predicava Cristo, ma questo è un altro discorso.
grazie, Salvatore,
un abbraccio
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