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domenica 6 maggio 2012

Carissimi,
la storia ci insegna che il progresso umano non ha un andamento lineare bensì tortuoso, sinusoidale, ciclico, con alti e bassi.
Ora siamo in un momento basso, di crisi, ma ciò non vuol dire che sia solo negativo, è nei momenti di bassa che si pongono le basi per un solida ricrescita.
La crisi ci sta spingendo, e ci spingerà per un po', a cercare l'essenziale nei consumi, a stringere più intensamente vincoli di fraterna reciprocità, ad attivare la nostra capacità di intraprendere.
E allora coraggio, con uno spirito più profondo di sobrietà e di solodarietà, con una sforzo attivo di cercare nuove strade di lavoro, ci riprenderemo verso un avvenire migliore.
Siete d'accordo, o no?
Buona settimana






4 commenti:

Giuseppe B. ha detto...

Caro Sbardella, Ti rispondo con una considerazione di Albert Einstetn del 1955, che sicuramente conoscerai, ma che è sempre utile, oltre che piacevole ricordare:

Non pretendiamo che le cose cambino, se facciamo sempre la stessa cosa.
La crisi è la migliore benedizione che può arrivare a persone e Paesi, perché la crisi porta progressi.
La creatività nasce dalle difficoltà nello stesso modo che il giorno nasce dalla notte oscura.
E' dalla crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i propri insuccessi e disagi, inibisce il proprio talento e ha più rispetto dei problemi che delle soluzioni.
La vera crisi è la crisi dell'incompetenza.
La convenienza delle persone e dei Paesi è di trovare soluzioni e vie d'uscita. Senza crisi non ci sono sfide, e senza sfida la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non ci sono meriti.
E' dalla crisi che affiora il meglio di ciascuno, poiché senza crisi ogni vento è una carezza.
Parlare della crisi significa promuoverla e non nominarla vuol dire esaltare il conformismo.
Invece di ciò dobbiamo lavorare duro.
Terminiamo definitivamente con l' unica crisi che ci minaccia, cioè la tragedia di non voler lottare per superarla.

giuseppe ha detto...

Sul "tortuoso" sono d'accordo. E ci aggiungerei "imprevedibile".
Sul sinusoidale e ciclico in pò meno, perché non c'è nulla di regolare.
Ci sono certamente alti e bassi.
Il Tuo richiamo alla sobrietà nei consumi è certamente da condividere. Tuttavia vorrei soffermarmi sui motivi della crisi, specialmente quella italiana.
Alla base c'è un enorme errore di presunzione dei politici e degli economisti, che hanno creduto di potere e sapere amministrare tutti i problemi seduti dietro una scrivania, dall'alto della loro pseudo-scienza. L'economia non sono i titoli o derivati, ma gli alberi, il latte degli antipatici allevatori padani, l'indivia, i pomodori, la cicoria... Sto esagerando apposta, naturalmente. Ma un certo Prodi affermò qualche anno fa che l'Italia doveva produrre solo microchip. Ora, un micro si vende a 10 cent, mentre un buon coltello di Campobasso si sarebbe potuto magari vendere a 50 Euro. E mi ricollego anche al commento precedente. Sì, magari arrivasse davvero una grande scoperta (e noi Italiani abbiamo tutti i numeri per arrivarci prima degli altri) ma guardiamoci un pò anche indietro a considerare tutto quello che abbiamo sprezzosamente scartato, riducendo questo Paese ad un ghetto dove si trovano a proprio agio solamente i parolai.

Anonimo ha detto...

Ciao Giuseppe,
le tue riflesioni domenicali non sono poi così leggere, anzi.... Nella vita delle persone ci sono tre fasi e due crisi: la prima è quella dell'adolescenza e la seconda è quella del pensionamento.
La prima porta all'età adulta e alla giovinezza, è una crisi di crescita, la seconda può portare ad una maggiore consapevolezza di sè, ma quasi sempre porta alla vecchiaia e quindi alla intolleranza, alla depressione e così via.
Noi quale crisi stiamo vivendo? Mi auguro sia quella dell'adolescenza che ci porta alla maturità e alla piena espressione di noi stessi. Certamente, io credo, i valori ci sono anche se nascosti, in fondo gli Italiani sanno andare avanti nonostante la calsse politica che è molto al di sotto delle aspettative anche perchè siamo tutti stufi di parole vuote, di promesse mancate, di incompetenti che si fanno avanti non per il Bene comune, ma per quello personale.
Occorre una nuova generazione di poltici seri e preparati, ma non solo più giovani. E' vero che siamo una società gerontocratica, ma passare alla società dei giovani senza una storia alle spalle serve a poco. Conosco tanti giovani, di professione... "portaborse", che si sono formati nelle segreterie dei partiti e non nella vita reale, che hanno studiato poco e male e che cercano, a gomitate, di farsi avanti....
Non possiamo tornare alle Investiture come nel Medioevo.
Una società che non guarda al merito, alla competenza, ai valori di cui le persone sono portatrici (e non solo nell'ambito della politica), è una società destinata ad implodere e a scomparire...
Mi auguro che non sia così.
ELVIRA FALBO

Pompeo S. ha detto...

carissimo giuseppe
la tua riflessione mi ha ricordato il film di Benigni
La vita e' bella.
Nulla è più necessario del superfluo
Noi siamo stati abituati al superfluo per molti anni.
Un'altra citazione ci inquieta quando il Vangelo ci invita ad evitare quella condizione, perché è ciò, nella traduzione letterale, che il superfluo è ciò che sovrasta il nostro piatto; come dire, per noi cristiani e cattolici, quello che è in abbondanza sul normale "pane quotidiano". Allora ????