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venerdì 1 aprile 2011

Rimettere al centro la mente

Sempre più mi convinco che, come dice il Card. Martini, la reale differenza non è fra credenti e non credenti, ma fra pensanti e non pensanti.

Solo la capacità di pensare, il possedere una mente che raccoglie i fatti, li elabora, li esamina e assegna loro delle priorità permette alle persone di sentirsi libere di fronte ad un assalto mediatico che rischia di manipolarle (talvolta in maniera anche dolosa) spingendole verso valori indotti dall’esterno e non emergenti dall’interno.

Il compito più necessario e più arduo che abbiamo di fronte è quello di ricominciare a pensare, di rimettere al centro la mente, riconquistando così la nostra libertà.

Siete d’accordo? Aspetto commenti sul blog.

Buona settimana

8 commenti:

bera05 ha detto...

Caro Giuseppe la differenza tra credenti e non credenti io non l'ho mai fatta e questo mi ha permesso di avere importanti contatti con persone atee ma profondamente intelligenti e sensibili, caratteristiche queste che spesso non trovo tra i credenti!
Il credere o non credere è un fatto strettamente personale che dipende da ciascuno e non può fare la differenza nel rapportarsi di ogni giorno. Quello che fa la differenza nel rapportarsi di ogni giorno sono le insensibilità che portano le persone ad esprimere i propri egoismi e quindi a tirar fuori gli istinti peggiori a scapito del prossimo, questi sì che fanno la differenza e mettono a durissima prova il fatto che, comunque, sono "figli dello stesso Padre"! La differenza forse sta nel fatto che chi crede trova una giustificazione in più per non adoperare le "mani" nel distribuire dei giustificatissimi sganassoni (in senso logicamente figurato)!
Il pensare poi sta diventando un optional nel senso che la maggioranza ha messo a riposo il proprio cervello e si allinea ai pochi "pazzi" che guidano la politica, le aziende ecc. verso il baratro! Tentare di far Riavviare il pensiero non è così facile, quando il pensiero lo si è tenuto non esercitato in cantina!
L'impegno è fare la propria parte per non adeguarsi al "non pensare" ed attaccare "l'asino dove vuole il padrone", io non ci riesco ed ogni giorno mi logoro e mi sembra di combattere contro i mulini a vento.
Nonostante tutto provo a resistere ad adoperare il mio cervello nonostante tutto!
Ciao.
berardo

scargi ha detto...

Magnifica riflessione che mi trova pienamente d'accrdo. Forse addirittura dovrebbe divenire il centro del nostro discorso, che sia politico o religioso. Un prerequisito essenziale.

scargi ha detto...

Perfettamente d'accordo.

Giuseppe R ha detto...

Sono d'accordo, ma non basta: non basta pensare, c'è sicuramente anche tanta gente che pensa, ma poi dice e fa cose diverse da quelle che onestamente pensa.
E questo perché persegue i propri obiettivi (obiettivi forse anche inculcati dai media) e piega il suo pensiero e i suoi ragionamenti a giustificare il raggiungimento dei propri obiettivi.
Per me questo modo di pensare è disonestà intellettuale e direi che la vera differenza è tra onesti e disonesti!

Daniela T. ha detto...

Grazie Giuseppe

per questo messaggio di Libertà che condivido in pieno.

Peraltro la mia recente esperienza con i giovanissimi mi induce ad essere ottimista:

se noi adulti, come spero, riusciremo a non rovinarli ci garantiranno una vecchiaia serena e felice!

Buona domenica e buona settimana

Daniela

Anonimo ha detto...

La mia aappartenenza al Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC)da tantisiimi anni mi ha aiutato a pensare la fede, oltre che a pensare in generale.
Ho sempre remato contro il pensiero corrente di coloro che ritengono che bisogna seguire la scia dei potenti. Questo non mi ha ripagato in termini di successo, di ricchezza, di carriera, ma molto in termini di libertà.Non sono aggregata al carro di nessuno perciò posso permettermi di agire secondo il mio pensiero sia in materia di fede, sia in termini umani. Questa credo che sia la conquista più grande.
Elvira Falbo

Rosa Maria ha detto...

Bello quel testo del Cardinale Martini, ho finito di leggerlo da poco. Purtroppo mentre lo leggevo pensavo anche che la sua analisi, alla luce di quanto stiamo vivendo aveva il sapore dell'eccessivo ottimismo.
Riguardo al "pensare" sono d'accordo con te. Ho qualche difficoltà di fronte alla frase "l'ha detto la televisione" che sento spesso nell'aria, come una sorta di oracolo moderno a cui i ceti più deboli si attaccano nella speranza di certezze e senza la coscienza della manipolazione. Il cammino verso il chiarimento forse sarà il più difficile dei prossimi anni.
Buona settimana a te e ai tuoi
Rosa Maria

Sandro D. ha detto...

Caro Giuseppe, cogli bene una parte del problema. L'altra, a mio sommesso avviso, riguarda l'arretramento della Chiesa nel campo dell'educazione e della formazione. Per pensare in autonomia bisogna avere capacità critica, che, notoriamente, si forma con lo studio. Se lo studio, come oggi avviene con maggiore evidenza, serve l'interesse di non far pensare, il cerchio si chiude.

Molte Azioni Cattoliche sono nate in Europa per seminare nei campi dell'istruzione e della comunicazione. E moriranno per aver tradito la loro originaria missione. Un abbraccio, Sandro