Le mie perplessità vengono da diversi motivi:
- i due hanno utilizzato per gli allenamenti strutture pobbliche sportive nazionali e sono andati in Cina a spese del CONI, strutture e spese finanziate dalle imposte pagate dagli italiani;
- i premi che ogni dipendente riceve dalle aziende in cui lavora, quale riconoscimento di proprie eccezionali performances, sono regolamente tassati. Perché mai i premi degli sportivi no?
- forse la lamentela avrebbe senso se le Olimpiadi fossero rimaste, come nel pensiero di De Coubertin, riservate solo a dilettanti, ma così non è più. Nell'ottica di Vezzali e D'Aniello anche gli campioni di football avrebbero dovuto sollevare la stessa lamentela in quanto anche loro hanno dato lustro al Paese.
La verità, a mio parere, è che ormai le Olimpiadi sono diventate, in sintonia con il pensiero unico (debole) corrente, un evento più commerciale che sportivo. In tale ottica, nella quale l'importante è vincere per guadagnare di più (quanto sei lontano De Coubertin!), è pienamente accoglibile la lamentela dei nostri due campioni (??).
Ma si può ancora parlare di Olimpiadi?