I miei nonni erano agricoltori, sia quello paterno che quello materno; il primo molto devoto e pio, il secondo, in possesso di un piglio imprenditoriale, partecipò alla Marcia su Roma perché non ne poteva più di uno Stato sempre più assente e impotente ma fondamentalmente era un liberale conservatore.
Mio padre era e rimase fascista fino alla morte, ma chi lo ha conosciuto può concordare che era una persona mite e gentile, per niente violenta.
Mia madre, ben più decisa e determinata, si definiva una liberale ma, sotto molti aspetti, era molto a sinistra (chi si impegnava, anche se era povero, doveva emergere, il ricco che non si impegnava doveva essere penalizzato).
Personalmente mi sento un liberale, credo fermamente nella positività del confronto di idee, non mi piace chi ancora pensa ai fascisti come violenti e basta o ai comunisti come ad atei che mangiano i bambini.
Credo nel senso del dovere, nell'assunzione di responsabilità dei propri comportamenti, nell'impegno e nella meritocrazia.
Cerco di rispettare le leggi e pretendo che anche gli altri lo facciano.
Non sopporto l'ignoranza colpevole, il semplicismo, l'arrangiamento, l'ignavia.
Ritengo che nel comportarsi, occorre mettere sullo stesso piano l'interesse proprio e quello comune.
Sono un "BORGHESE"? forse sì, ma fiero di esserlo.
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