Cerco di spiegare meglio la mia AVVERSIONE ALLA LEGGE SULLO IUS SOLI.
Innanzitutto
conosco la legge e so benissimo che la nascita in Italia non
rappresenta l'unica condizione per acquisire la cittadinanza ma che sono
necessari altri requisiti di tipo penale, culturale e di continuità di
permanenza.
Però rimane il fatto che il messaggio fondamentale che
viene dato (e che viene recepito) è che ora, contrariamente a prima, se
si nasce in Italia da genitori non italiani sarà più facile ottenere la
cittadinanza.
Sono anche consapevole che i migranti vengono in Italia
anche per motivi legati alla possibilità di trovare lavoro o una sanità
più efficiente ecc. ma sicuramente la possibilità di dare più
facilmente ai loro figli la cittadinanza italiana funge da ulteriore
incentivo.
Il segnale politico che viene dato è che l'Italia rimane
assolutamente e totalmente aperta ad accogliere tutti i migranti,
segnale che incentiva i migranti a venire e i popoli dell'Europa
centrale (con i queli dovremmo creare una unica comunità) alzare
ulteriori barriere anche nei nostri confronti.
Sono assolutamente
convinto (e non per motivi ideologici ma solo di opportunità politica)
che in questo momento storico particolare occorre procedere a gestire e a
filtrare il fenomeno migratorio, non a dare segnali di ulteriore
apertura e incoraggiamento a venire in Italia.
Si poteva benissimo
ricorrere ad una "SANATORIA" per il quasi 1 milione di bambini nati in
Italia e culturalmente italiani senza procedere ad una variazione
definitiva della legge sullla cittadinanza, che rappresenta un incentivo
in più a venire in Italia da parte di quei migranti che aspirano a una
cittadinanza più facile per i loro futuri figli.
Ripeto, si tratta di FILTRARE e GESTIRE la migrazione, non certo di procedere a blocchi o a respingimenti.
E il ministro MINNITI sta operando benissimo in questa direzione.
Si
tratta di includere e integrare, ma senza accelerare perché si rischia
di creare ulteriori fratture in una coesione sociale già scarsa e di
provocare uno slittamento a destra dell'elettorato italiano, verso una
destra che in maggioranza appare abbastanza incline a derive autoritarie
e razzistiche.
E poi occorre essere chiari. Un processo di
integrazione, come quello che abbiamo davanti, non sarà, almeno nel
breve-medio periodo, gratis ma produrrà, se non condiviso con l'Europa,
una diminuzione del livello di vita degli italiani.
Chi m conosce sa che non sono incline a posizioni di tipo leghista o, per certi versi, grillino.
Non
credo nelle identità culturali chiuse e impermeabili, credo che il
dialogo arricchisca le diversità culturali, ma credo anche che indebite
accelerazioni siano dannose anche per una sana e efficace prosecuzione
di questo dialogo.
Diciamo a Roma "la gatta frettolosa fa i figli ciechi".
Non vorrei domani trovarmi in una Italia stile l'attuale Ungheria!
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