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venerdì 14 novembre 2014

Buona settimana (cambiamo gli occhiali!!)

Carissimi,
spesso a me, ormai ultra65enne, ma anche ad amici più giovani, viene la voglia di giudicare male l'epoca storica attuale, rivendicando  i meriti  dell'epoca precedente nella quale, diciamo, si studiava e si lavorava di più, ci si divertiva di meno, si era più razionali e meno emotivi, si usava di più il cervello e meno la tecnologia.
Quando pensiamo così, dimentichiamo che ogni epoca ha i suoi ritmi, i suoi costumi, anche i suoi valori di riferimento.
Per capire le varie epoche, occorre dismettere gli occhiali impiegati fino allora e utilizzare quelli più nuovi e più adatti.
Fermi restando i valori essenziali e inderogabili (che però sono pochi e non vanno confusi con le tradizioni transeunti) diamoci da fare per cambiare la nostra mente e trasformarci da vecchi arnesi borbottoni a persone "diversamente giovani" e aperte alle novità e al dialogo con i giovani.
Che ne dite?
Buona settimana    

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Giuseppe,
un caro saluto.
Io non sono molto positivo sulla generazione che mi ha preceduto., che non ha permesso di valorizzare i grandi talenti che ciascuno di noi (me compreso) ha profuso e ci siamo ritrovati con un bel pugno di mosche in mano.
Il mio pensiero è che ogni generazione che governa e gestisce le istituzioni deve sfruttare i talenti e le novità (con l’intento di valorizzarli) della generazione che appena la segue.
Purtroppo in Italia la generazione che mi ha preceduto non ha fatto questo, e la generazione degli attuali cinquantenni come me si è trovata a non poter esprimere il proprio valore.
Mi spiego con un esempio semplice ma penso efficace:
gli attuali sessantenni e più hanno lasciato i posti di gestione con una generazione di ritardo facendo squilibrare tutto il sistema e il seguente caos che ora c’è in Italia. La presenza di un quarantenne come Renzi (al di là della persona che al momento non giudico) può riportare questo equilibrio tra le generazione che invece è mancato per più di un decennio.
Poi penso che le attuali generazioni (e lo vedo nei miei figli e nei loro amici) studiano e lavorano quanto noi, ma lo fanno con dinamiche e perczioni molto diverse, adeguate agli attuali sistemi che hanno certamente cambiato la dimensione della conoscenza !
Grazie sempre per le tue “positive” sollecitazioni !
Buon domenica a te !!!
Josè

Anonimo ha detto...

Caro Giuseppe,
anzitutto ti ringrazio perché questa tua riflessione settimanale mi consente di uscire dalla mia solitudine, anche mentale, per occuparmi di qualcosa di diverso che non sia la cura sempre più impegnativa di un malato terminale come mio marito.
Anzitutto uno dei segni dell'invecchiamento cerebrale che non coincide quasi mai con l'età cronologica, è il ritorno ai bei tempi andati e mi pare che questa non sia una tua caratteristica, come non è la mia. Io tra poco compirò 74 anni ma cerco di avere lungimiranza dalle cose e giudicare in maniera obiettiva pregi e difetti delle varie epoche storiche. Per chi entra, come me, nell'ottava decade di vita ormai c'è una lunga serie di cambiamenti a cui ha assistito. Anch'io sono entrata nell'era digitale e mi trovo bene. Penso che l'unico modo per restare giovani e soprattutto per non auto-emarginarsi dalla vita sociale sia proprio quella di correre al passo con i tempi accogliendo quanto c'è di buono e scartando quanto lo è meno.... Ognuno di noi opera una selezione secondo il suo metro di valori e mi pare la cosa più saggia da fare... Un caro saluto
Elvira Falbo

Giuseppe Sbardella ha detto...

Carissima Elvira, grazie per i tuoi commenti.
Sei una persona che ho sempre stimato molto sia dal punto di vista personale che professionale e rappresenti un impegno di come affrontare la vita con responsabilità e senso continuo di ricerca del nuovo che sia apportatore di felicità.
Un abbraccio,
Giuseppe

Unknown ha detto...

Grazie Giuseppe, anche questa settimana il tuo "buona settimana" è molto stimolante! La mia esperienza, soprattutto con mia nonna è stato di un eccezionale arricchimento reciproco tra chi per forza di cose diventa meno flessibile verso le novità (per un fatto strutturale) ma che se vuole bene ai giovani da consigli "universali" frutto di 70 / 80 / 90 anni di esperienza... Il giovane, se vuole bene all'anziano, non si limita a liquidare le sue considerazioni come "non attuali" ma ne prende l'aspetto da attualizzare in constesti sociali ormai nuovi e diversi... In quest'ottica l'aggiornamento tecnologico che noi "quasi anziani" (sono 50 enne anch'io...) dovremmo fare si inserisce in uno sforzo per continuare a capire e voler bene ancora meglio alle nuove generazioni....

sandro vergari