Stamattina stavo sul treno regionale per Firenze (avrei dovuto scendere a Chiusi) quando, tre minuti dopo l'orario previsto di partenza, ci è stato comunicato che il treno non sarebbe partito. Ovviamente (per grande rispetto della utenza) nessun riferimento ai motivi e comunicazione sibillina che a terra avremmo trovato "materiale" (altro treno? documentazione? persone al nostro servizio?) per poter partire.
Chiaramente il "materiale" non c'era, il prossimo treno utile sarebbe partito dopo tre ore, e sono rimasto a Roma.Mezzora dopo ho dovuto aspettare un quarto d'ora l'arrivo di un autobus, su un pezzo di tratta servito da ben quattro autobus.Mentre stavo alla stazione, a mia moglie viene comunicato che l'automobile (ferma in riparazione presso un'officina della Casa in attesa di un pezzo di ricambio dalla Germania) era pronta per il ritiro (non più tardi di ieri il ritiro era previsto prima per giovedì 28 poi, senza chiaro motivo, per lunedì 26).
Comunque vado a ritirare la macchina, nessuno mi sa dare risposte convincenti sull'anticipo (ben rilevante) di data ma mi dicono che dovrei essere contento. Ritiro la macchina e mi rendo conto che hanno sì sostituito il pezzo di ricambio, ma senza rendersi conto che, trattandosi di macchina adattata per disabili, avevano reso inutilizzabile un altro pezzo (per fortuna inutile, anche se previsto dalla legge).
Non più tardi di due giorni fa, nel passaggio di contocorrente da una banca (comprata) a un'altra (acquirente) si erano "persi" i soldi di un mio fondo.
E' sufficiente o vado avanti?
Che Paese è diventato il nostro?
Indosso il cappello di ex-dirigente IBM e cerco di analizzare, senza farmi prendere dall'emotività, le cause profonde di questa diffusa situazione di degrato:
- un forte declino delle capacità professionali, a qualsiasi livello;
- una assoluta insofferenza per le regole, con conseguente inottemperanza delle stesse;
- la mancanza o la insufficienza di controlli umani o automatici;
- la previsione (o certezza) di non punibilità, anche qualora (ma c'è sempre) si ravvisi una responsabilità personale.
Mi sento di dire che questo accade quando in un Paese si viene a confondere la libertà con l'arbitrio e con il menefreghismo. La vera libertà si sostanzia in una azione consapevole e responsabile verso se stessi, verso gli altri, verso l'ambiente.
Siamo soliti dare sempre la colpa di tutto alla classe politica. No, cari amici, quella che è marcia la società civile e da lì dobbiamo ricominciare. Da minoranza che siamo dobbiamo batterci per:
- restaurare lo Stato di diritto;
- ricongiungere la libertà con la responsabilità;
- premiare il merito e punire il demerito sia sul lavoro che a scuola.
Volete continuare voi?
1 commento:
Hai ragione, e purtroppo questi singoli episodi fastidiosi credo che siano il sintomo di una deriva di cui adesso dobbiamo pagare il conto, e lo pagherà anche la generazione successiva. A cui è stato tenuto nascosto che il benessere di cui per adesso stiamo godendo, il "miracolo italiano", era il frutto del lavoro di una generazione (quella del dopoguerra) che o ha dedicato la vita al lavoro, conducendo una esistenza che adesso non avremmo più le basi spirituali per sostenere.
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