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domenica 17 aprile 2011

Libertà di...

L’assenza di condizionamenti ci rende liberi e ci consente di dare un contenuto alla nostra libertà di passare dalla “libertà da” alla “libertà di”.

Quest’ultima viene spesso (ed erroneamente, scambiata con la sola partecipazione), ma, più precisamente, può essere definita come la possibilità di tenere (o non tenere) un determinato atteggiamento o comportamento.

L’atteggiamento di essere (compassionevoli, allegri, motivati, entusiasti, pessimisti, maliconici) o di non essere, il comportamento che si esprime in un fare (camminare, andare al cinema, stare in famiglia, lavorare, riposarsi) o in un non fare, questi sono i contenuti della “libertà di”.

Ma questa libertà deve avere un limite, perché altrimenti si trasforma in arbitrio mentre la libertà è anche responsabilità verso se stessi, gli altri l’ambiente.

Normalmente si dice: “la mia libertà finisce dove comincia quella degli altri”. Sarà vero?

Aspetto la vostra risposta sul blog.

Buona settimana

sabato 9 aprile 2011

Libertà da...

Sin da bambino mi interrogo sulla questione della libertà. Mi riprometto ora di portare al vostro confronto le mie conclusioni, spalmate su più settimane.

Primo assunto sulla libertà (generalmente molto condiviso): la libertà è prima di tutto assenza di condizionamenti.

Fra i condizionamenti possiamo inserire il potere pubblico, il bisogno, la paura, la salute, la manipolazione mediatica...

Volete aggiungerne altri? Scrivete commenti a questo post

Ma questo è solo il primo assunto, abbiamo identificato la “libertà da”. Ora la domanda successiva è: in positivo, “libertà da” per fare che cosa?

Alla prossima settimana e tanti auguri per questa...

venerdì 1 aprile 2011

Rimettere al centro la mente

Sempre più mi convinco che, come dice il Card. Martini, la reale differenza non è fra credenti e non credenti, ma fra pensanti e non pensanti.

Solo la capacità di pensare, il possedere una mente che raccoglie i fatti, li elabora, li esamina e assegna loro delle priorità permette alle persone di sentirsi libere di fronte ad un assalto mediatico che rischia di manipolarle (talvolta in maniera anche dolosa) spingendole verso valori indotti dall’esterno e non emergenti dall’interno.

Il compito più necessario e più arduo che abbiamo di fronte è quello di ricominciare a pensare, di rimettere al centro la mente, riconquistando così la nostra libertà.

Siete d’accordo? Aspetto commenti sul blog.

Buona settimana