Il 1/1/2006 acquisii a 57 anni il diritto alla pensione con 31,5 anni di anzianità lavorativa e 3,5 anni di riscatto di laurea.
Andare in pensione non mi entusiasmava ma l'azienda mi fece un'offerta di "esodo" volontario incentivato (e mi fu chiarito, non perché lavorassi male, ma perché si doveva scendere di personale per mettere a posto i conti) e capii che sarebbe stato opportuno per me accettare l'offerta innegabilmente vantaggiosa.
Ora, dopo circa 14 anni prendo una pensione dignitosa di circa 2250 euro (sicuramente non d'oro, né d'argento...) ma mi rendo conto che la mia situazione è stata ed è di privilegio rispetto a chi dovrà aspettare fino a 65-67 anni per andare in pensione e rispetto a tanti giovani per i quali la pensione è seriamente a rischio.
Di fronte alle continue proposte di legge di alzare l'età pensionistica o di fissare palliativi temporanei o di dare assistenziali redditi di cittadinanza, mi sono chiesto se non esistesse una strada alternativa a queste magari chiedendo un contributo a quelli come me che hanno goduto e godono di un indubbio privilegio.
La strada che ho individuato e che mi permetto di esternare è la seguente.
1) Si fissa un contributo annuale, ad aliquota crescente progressiva, a partire dalle pensioni dignitose come può esserlo la mia.
2) Si approntano titoli di stato con lo scopo definito di finanziare piani di investimento per l'occupazione giovanile.
3) Si invitano le aziende a preparare anche esse piani di investimento per l'occupazione giovanile finanziabili con appositi titoli azionari o obbligazionari diretti a finanziare tali piani.
4) Si chiede ai pensionali di acquistare (con procedure bancarie semplificate) titoli statali (di cui al punto 2) o privati (di cui al punto 3) per un importo almeno pari a quanto risulta dall'applicazione dell'aliquota.
5) Tali titoli resterebbero comunque identificati come investimenti (nel caso di azioni) o prestiti nel caso di bond pubblici o privati) a medio/lungo termine in maniera di permettere un cospicuo finanziamento dei piani e, nel contempo, la previsione del rientro dei capitali investiti in capo ai pensionati.
Questa soluzione (ovviamente accennata negli elementi essenziali, ma che dovrebbe essere perfezionata da persone esperte del settore) permetterebbe aprire un canale diretto intergenerazionale per far finanziare con i soldi degli attuali pensionati piani di lavoro regolari per le giovani generazioni.
Da non sottovalutare che la prevedibile ripresa dell'occupazione giovanile sarebbe utile anche per il finanziamento delle pensioni future degli attuali pensionali le quali sarebbero a forte rischio in caso di permanere di un'alta disoccupazione giovanile.
E' un sogno? una alternativa non praticabile? o una idea sulla quale poter lavorare?