tag:blogger.com,1999:blog-1250961227534881371.post7821343436003666528..comments2023-06-24T17:58:59.697+02:00Comments on Seminare positivo: La rivoluzione della velocitàGiuseppe Sbardellahttp://www.blogger.com/profile/11398306338737408202noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-1250961227534881371.post-2254901235970107852013-01-24T08:29:32.841+01:002013-01-24T08:29:32.841+01:00Io vedo preponderante la parte positiva di questa ...Io vedo preponderante la parte positiva di questa rivoluzione, per me che sono nato in una isola e che a differenza di una persona nata nel centro nord dell'Italia ho maggiori difficoltà a raggiungere gran parte dell'Italia e dell'Europa, la possibilità di accorciare i tempi di comunicazione e di incontro con gli altri è una sensazione sempre positiva. Per me che vedo nella condivisione delle esperienze con gli altri uno dei parametri più importanti di felicità è motivo di conforto e di speranza.scargihttps://www.blogger.com/profile/00648032246939384207noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250961227534881371.post-26368070957097728332012-04-22T12:06:00.887+02:002012-04-22T12:06:00.887+02:00Un problema collegato alla velocità – comunque int...Un problema collegato alla velocità – comunque intesa – è quello di come padroneggiarla, perciò come assoggettarla al proprio fine. Questo problema è sempre esistito, perché da che mondo è mondo l’uomo non è mai riuscito a cambiare il corso dei giorni, neppure il biblico Giosuè con il suo “fermati o sole”, giacché si trattava di un’eclisse. E i giorni, come si sa, sono collegati alla luce, alla sua velocità e ai coni d’ombra che un oggetto – statico o ruotante - può generare.<br />Per assoggettare la velocità ad un fine vi sono 2 sistemi pratici: o impostare le nostre finalità sul suo corso naturale – cioè sfruttarla -, oppure avere la tecnologia – i mezzi – per ingabbiarla a nostro uso e consumo.<br />Tutti gli altri mezzi sono puri surrogati che possono raggiungere uno scopo immediato pratico, ma non uno stabile e definitivo.<br /><br />Basandoci su quest’ottica possiamo dire, ad esempio, che il fotovoltaico o l’eolico sfruttano non solo la velocità della luce, o dell’aria, ma che la usano per una finalità ben precisa: produrre energia.<br />Nel secondo caso che la potenza di macchine costruite all’uopo – computer, treni, aerei – “creano” velocità per un fine ben preciso: trasporto intellettuale o fisico.<br /><br />L’economia ha un corso analogo che si basa anch’esso sulla velocità. Qua, tuttavia, la velocità è spesso collegata al fine e a tutti quei fattori che possono condizionare il fine: business, concorrenza, produzione.<br />Se, però, il fine sfugge a quel doppio binario di progettazione filosofica che ho citato all’inizio, allora è facile che degeneri e che possa produrre sì un bene immediato – un surrogato contingente – ma un danno finale reale. E potrei citare la speculazione selvaggia dei prodotti virtuali di mercato che ci hanno gettato nella gravissima crisi attuale.<br /><br />Chiudo con un semplice pensiero, basandomi su un’affermazione errata che riporto: “La rivoluzione non è più il cambiamento, ma la velocità con cui questo avviene”.<br />La vera rivoluzione – invece - è il padroneggiare sempre il cambiamento, a qualsiasi velocità questo avvenga.<br />E in ogni campo: culturale, economico, finanziario, produttivo e anche intellettuale.<br /><br />L’uomo ha dei limiti naturali – giovane o anziano che sia -; se lo si dimentica è ovvio che diventi un mezzo passivo di un ingranaggio che lo può stritolare.Sam Cardellhttp://1samcardell.wordpress.com/noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1250961227534881371.post-38283686151770735832012-04-22T12:03:52.382+02:002012-04-22T12:03:52.382+02:00Vi sono pensatori che ritengono che la velocità si...Vi sono pensatori che ritengono che la velocità sia utile quando è interconvertibilità, dannosa quando sia solo fine a sé stessa.<br />Il tuo è un discorso interessante e complesso che segue un sillogismo logico nell’analisi contingente, ma non la logica del sillogismo nella costruzione complessiva. Ciò significa che, come tutti i discorsi, deve avere una controprova: in pratica un simultaneo discorso parallelo - binario - che punta allo stesso risultato finale. Quando ciò non avviene - cioè si ottiene una divaricazione tra finalità ultima e discorso - significa che lo sviluppo della tematica ha delle falle, perciò segue solo dei sillogismi logici.<br />Ovviamente – tu - ti soffermi su una tematica sollevata da altri, ponendoti degli interrogativi a cui, se non in modo solo larvato, si danno risposte germinali e istintuali, ponendo come finalità il Bene comune.<br />Il Bene comune non può prescindere che dal proprio, sulla base del comandamento “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Nessuno, infatti, può amare gli altri più di sé stesso. E nel comandamento succitato gli antichi intesero e intuirono ciò nel loro ancor primitivo filosofeggiare.<br />L’uomo non è al centro dell’universo, ma appunto perché “è” e “cogita” ha come pietra di paragone sé, quindi la propria esistenza, sapere, cultura e modalità di vita. Diversamente non vi sarebbe capacità di pensare, quindi di sviluppare idee e di scambiarle con altri. Si sarebbe in mondi chiusi – le sfere d’acciaio -. <br /><br />La velocità va improntata pure in quest’ottica filosofica complessa, perché diversamente si falla il discorso. Il porla come “rivoluzione” in base alla progressiva potenza raggiunta di moto è solo degenerante, appunto perché questa – la velocità – dovrebbe essere indipendente da altri parametri (con buona pace di Zavoli).<br />La velocità in natura è sempre esistita ed è sempre stata commisurata ad altri fattori: spazio, materia (massa), tracciato, vuoto, gravità.<br />La stessa cosa vale anche per l’economia – velocità economica/Pil -, quindi per il profitto e la resa globale finale, che, comunque è sempre legata ad un certo disegno, perciò al fine per cui questa esiste: creare reddito vero e non degenerante.<br /><br />La luce viaggia a 300 mila km al secondo, ma non è quella massima esistente. Infatti, se inglobata in un buco nero, lo può vincere – cioè uscirne – solo se la sua potenza di movimento è superiore alla gravità. Diversamente non solo decresce, ma anche viene compressa versa il centro del buco come ogni altra materia.<br />Inoltre la velocità è condizionata dalla composizione dello spazio – altra materia con massa più o meno complessa -, perciò dal fatto che sul suo percorso non vi siano altri ostacoli. E il buco nero è un fattore preponderante che può essere considerato ostacolo, come lo è un oggetto compatto – albero, monte, roccia, pianeta – che alla luce impedisce di procedere, creando un cono che più si va in profondità, più si estende.Sam Cardellhttp://1samcardell.wordpress.comnoreply@blogger.com